29 febbraio 2012

I SUPERFLUI

Cominciamo da Reporter Brasil, una ONG che pubblica su Adital l´annuncio di un nuovo documentario sulla dura vita quotidiana del lavoro nei frigoriferi brasiliani di abbattimento di polli, bovini e suini. Ad Itaberaí siamo interessati direttamente all´argomento perché ne abbiamo uno enorme di polli, ed é in progetto un frigorifero di carne bovina (ma sospeso per gli effetti della crisi mondiale, si dice). Scrive: "Chi lavora in uno di questi stabilimenti é in contatto continuo con una serie di rischi di cui i semplici consumatori finali, cioé noi, difficilmente ci rendiamo conto: esposizione costante a coltelli, seghe e altri strumenti da taglio; movimenti ripetitivi che possono generare gravi lesioni; pressione psicologica per stare al passo col ritmo allucinante della produzione; giornate di lavoro estenuanti, compreso il sabato; ambiente sempre freddo e insalubre".
"Le statistiche sono impressionanti. Secondo il Ministero della Previdenza Sociale, un dipendente di frigorifero di bovini ha 3 volte piú probabilitá di soffrire un traumatismo craniano o di addome di un dipendente di qualsiasi altro settore produttivo. Il rischio di una linea di disossamento di polli di contrarre una tendinite, ad esempio, é 743% maggiore di quello di qualsiasi altro lavoratore. E i problemi non sono soltanto fisici. L´indice di depressione tra i lavoratori di frigoriferi di pollame é tre volte maggiore della media della popolazione economicamente attiva del paese".
"Ho cominciato disossando tre coscie e mezzo al minuto. Poi, negli undici anni che sono rimasta lá, ogni volta esigevano di piú. Quando sono uscita io disossavo sette coscie al minuto" (Valdirene Gonçalves da Silva, ex-funcionária de frigorífico). In alcuni frigoriferi di polli arrivano a passare piú di 3 mila polli all´ora sul nastro. Alcuni lavoratori fanno fino a 18 limite fissato dagli specialisti in sanitá del lavoro". "Tu non sei libera di andare in bagno. Non puoi andare senza chiedere l´ordine del tuo supervisore, del tuo incaricato. Questo é crudele, lá dentro. Tanto che ci sono di quelli che impazziscono perfino". (Adelar Putton, ex-funcionário de frigorífico).Molti dipendendi si lamentano di restrizioni anche meno importanti - almeno apparentemente. "Il lavoro é il luogo in cui un dipendente va a cercare la vita, non la morte, le malattie o le mutilazioni. E questo, in Brasile, purtroppo é ancora una questione seria". (Sebastião Geraldo de Oliveira, desembargador do Tribunal Regional do Trabalho da 3ª região - TRT-3)
"Il Brasile é semplicemente il maggior esportatore di proteina animale del mondo. Il cosiddetto "Complexo Carnes" occupa il terzo posto nell´agro-business nazionale, dopo la soia e lo zucchero-etanolo. Nel 2010, le vendite all´estero hanno superato i 13 miliardi di dollari. In totale, il settore dá lavoro a 750 mila persone. Va ricordato che molti di questi frigoriferi si sono trasformati in giganti nel mercato mondiale grazie al denaro del governo attraverso la Banca Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (BNDES) - la principale banca di incentivo all´economia".
Morale della storia: lo sviluppo, finanziato con il denaro delle tasse dei cittadini, corre il rischio di creare una categoria di lavoratori di classe B, sacrificati e condannati a perdere la salute e contrarre malattie croniche e mortali. Ho incontrato diverse persone giovani che lavorano da qualche anno lá dentro e che accusano bronchiti croniche, artriti alle mani e alle braccia, strani periodo di depressione e difficoltá a fare certi movimenti, stati di debolezza e prostrazione. Una mamma, lo scorso anno, mi chiamó per dare una benedizione al figlio ventenne e a tentare di parlare con lui: "Era un ragazzo allegro, di compagnia, gli piaceva giocare al calcio con gli amici. Dopo due mesi che lavora lá é diventato come muto. Non parla piú con nessuno, non saluta, non mangia e ha sempre sonno. Ha chiesto la malattia e se ne sta a casa tutto il giorno sdraiato sul letto. I medici non riescono a curarlo". Il ragazzo, poi, é guarito: e non é detto che non sia servita anche la benedizione. É uno sterminio silenzioso, che si aggiunge ai tanti giá in atto, nel Brasile e nel mondo.
In questi giorni abbiamo avuto il dono di un corso di esercizi spirituali diocesani (per laici e operatori pastorale, non solo per i preti), guidato da Dom Erwin Kraütler, un profeta eroico, vescovo da quarant´anni nello Xingú, la regione degli indios del Mato Grosso. Lá lo sterminio degli indios e, insieme a loro, dei raccoglitori di caucciú, dei piccoli produttori rurali e degli abitanti dei bacini destinati a centrali idroelettriche, é sempre in atto. In questi gioni Nelcilene, presidente di un´associazione ("Dio Provvederá") in difesa della foresta e della piccola produzione rurale, gira col colletto anti-proiettile e la scorta concessa dal Tribunale, perché é sotto minaccia di morte. Ma questo é il panorama generale del mondo: piú visibili le stragi di Africa e Medio Oriente, e la tragedia quotidiana degli immigrati da ogni parte (quí ora abbiamo quelli Haitiani, perseguitati in patria e accolti male in Brasile. Il capitalismo diventa ogni giorno piú spietato. I poveri sono sempre piú considerati superflui: esuberi.
Occorre un risveglio delle coscienze, uno scossone sociale ed etico. Ma non c´é il clima adatto. A Itaberaí la societá locale vive un tempo di euforia per il nuovo livello di benessere consumistico mai avuto prima. Ci si aspetterebbe piú sensibilitá e coraggio almeno da parte dei cristiani, invece...é in atto una nuova ondata potentissima di religiositá, ma é usata prevalentemente con spirito commerciale. Le chiese neo-evangeliche (pentecostali) vendono miracoli, acque del Giordano e benedizioni specialissime: quanto piú paghi, piú il Signore benedice i tuoi affari. E anche noi cattolici non scherziamo: le nostre TV propongono acque di Lourdes e del Giordano, novene del perpetuo soccorso e della misericordia, ed anche (molte) benedizioni speciali via etere ad un semplice bicchiere d´acqua posato sul tavolo degli spettatori. L´Arcivescovo di Goiania progetta una nuova favolosissima cattedrale. I frati redentoristi di Trindade hanno in cantiere un nuovo santuario da un milione di pellegrini. Ho visto la Madonna di Medjugore perfino nel salone del barbiere, accanto ai poster della attrici e cantanti.
Qualcosa, la Chiesa cattolica fa. La Chiesa Brasiliana, in questa quaresima, ha scelto la sanitá come tema della Campagna della Fraternitá": "Che la salute si diffonda sulla terra" (Ecclesiastico 38,8). Ma come ho giá detto, il clima generale é piuttosto fiacco. Temo che finirá anche questa in una lista di pie intenzioni. Le comunitá ecclesiali di base, in maggior parte, sono l´ombra di quelle di una volta. Si risvegliano di tanto in tanto, e ci sono momenti intensi. Nell´assemblea parrocchiale qualcuno ha denunciato: chi non é raccomandato, rimane nella fila. Si ripete, in maniera piú moderna, la storia del paralitico che aspettava da 38 anni nella piscina di Gerusalemme: solo quando arrivó Gesú riuscí a ricevere attenzione e cura. Si sono fatti propositi di una sottoscrizione aperta a tutta la parrocchia, di incontri con le autoritá. Speriamo di riuscirci.
Il Vescovo Kraütler ci ha raccontato la storia di diversi martiri che hanno vissuto accanto a lui: il saveriano Padre Salvatore era in macchina con lui quando é stato ucciso, e il colpo era destinato sicuramente al vescovo. Lui se l´é cavata con un periodo in ospedale. (Recentemente dom Erwin é stato pestato a sangue ed é costantemente minacciato per la sua difesa degli indios dello Xingu). La suora americana Dorothy Stang. Il laico Manuelão. La strada giusta da seguire é quella di questi martiri: non per cercare il martirio, che nemmeno loro hanno mai cercato, ma per rinverdire il primo amore, come consiglia la Bibbia nei primi capitoli dell´Apocalisse. Per continuare la strada della fedeltá a Gesú Cristo, "obbediente al Padre fino alla morte". Atti degli Apostoli, 1, 8: "Ma lo Spirito Santo scenderá su di voi, e da lui riceverete la forza per essere miei testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria, e fino ai confini della terra".
É chiarissimo che, nella presente situazione mondiale, Gesú é vicino soprattutto ai superflui, a quelli che l´economia mondiale tratta da scarti. Grazie a Dio i generosi e i decisi a rimanere accanto a loro sono ancora tanti. Come ho giá detto, non esiste piú la spinta profetica di un tempo, quando le comunitá riuscirono a costruire perfino una proposta politica di cambiamento e contribuirono sostanzialmente ed efficacemente alla nascita di sindacati e di un partito che ha eletto Lula ed ha cambiato il paese. Questo momento di frustrazione é dovuto non poco al fatto che, oggi, lo stesso partito e i suoi rappresentanti al potere, non si sa piú da che parte stanno. Ma ció che é rimasto di spirito di lotta é ancora sufficiente per una ripresa, o almeno per continuare a far sentire agli oppressi che non sono soli.
Io sono notoriamente incostante, e mi sono giá detto piú volte "ho giá dato - ormai sono un dinosauro - non conto piú niente, sono superfluo". Ed é tutto vero. Ora, tuttavia, mi sono riletto alcune parti dei canti del secondo Isaia (capitoli 42-55 di Isaia). I testi sono bellissimi, e fanno pendant col Vangelo. Mi hanno rinnovato la convinzione. Non solo qui, ma in ogni parte del mondo, la strada di Gesú é quella del Servo di Javé. Far sentire agli scartati del mondo che Dio la ama e che il suo progetto é ancora l´uguaglianza, la dignitá di figli di Dio, l´amore. Serve una paziente resistenza, illuminata dal Vangelo, anche se le prospettive di soddisfazioni a breve termine sono sempre di meno. Nella mistica dei discepoli di Gesú, vale la pena anche essere superfluo coi superflui.

Nessun commento:

Posta un commento