17 febbraio 2012

TEMPO DI CARNEVALE

Mentre in Italia c´era l´ondata di freddo (ho visto, in una web cam di Montese, l´accumularsi progressivo della neve che dev´essere arrivata ben oltre il metro), abbiamo fatto l´assemblea regionale per mettere in moto le decisioni dell´Assemblea Diocesana. É un progetto pachiderma, che include ogni cosa. Difficile da portare avanti, se non ci si accontenta delle parole di carta e dei grafici. L´intenzione é ottima, é un piano pastorale che sviluppa i punti fondamentali del Vaticano II e l´appello dell´Assemblea Latino-Americana dei vescovi, avvenuta in Aparecida do Norte non meno di 5 anni fa. Ma chi sa dire quanto ci sia di armonizzabile tra la visione di fede e di Chiesa che sta alla base di questa pastorale, e quella che sta nella mente e nel cuore della gente e che circola anche nei diversi programmi televisivi cattolici? Nel cristianesimo ci sono diverse anime, e dovranno convivere. Non si puó pretendere di sfuggire alla diversitá e al pluralismo, oggi, specialmente in una realtá numerosa come la Chiesa Cattolica.
Sento sempre di píú la difficoltá di motivare la gente. Ii linguaggio della liturgia e della fede in genere non va incontro alla sensibilitá della gente di oggi, nemmeno di quelli che cercano sinceramente Dio. Sono ostacoli di carattere culturale: siamo troppo cristallizzati e congelati in formule e simbolismi di una cultura greco-romana antica, che oggi non sono facilmente compresi. Bisogna spiegare ogni parola, ogni gesto. Se devi spiegarli che parole sono? Che simboli sono? Siamo un pó in orbita, lontani dal pianeta terra.
Per intenderci, quando dico “linguaggio di oggi” mi riferisco ad una cosa che io stesso stento a capire, ma intuisco. La generazione che va dai miei nipoti in giú é quella dell´Italia “semplifica tutto”. Non vanno né in banca, né dalla polizia, né in comune, né da nessuna parte. Fanno tutto con internet, senza discussioni, ideologie, niente. Tutto, per loro, dev´essere spiccio, utile e semplice. Ma nello stesso tempo dev´essere logico e non contraddire le piú elementari nozioni di scienza, che oggi sono accessibili a quasi tutti attraverso televisione e internet.
Gesú si faceva capire col linguaggio del suo tempo. Per i dottori e i farisei la legge di Mosé imponeva di non mangiare senza lavarsi le mani, ma il popolo umile non aveva tanta acqua e non ne faceva una tragedia. Molti erano perennemente impuri e perció discriminati dalla religione. Gesú spiegó: ció che entra dalla bocca non rende impuri perché esce dall´altra parte. Se fosse quí oggi, direbbe ai suoi discepoli: “Lavatevi le mani, non per obblighi religiosi ma per evitare le malattie!” Peró non lo dice, aspetta che noi lo diciamo per lui.
E ora comincia il carnevale. Ieri (giovedí grasso) sono partito per Goiania alle 5 e mezza, era ancora buio e c´era giá un grande traffico. In gran parte erano i furgoni, i fuoristrada e le auto col traino, di quelli che partivano in direzione al luogo prescelto per questo lungo “ponte di carnevale”, che terminerá soltanto martedí notte. Dovevo andare al laboratorio Samaritano, per le analisi cliniche di routine ordinate dal medico. Ho sofferto molto. Era ancora buio, c´era nebbia fitta lungo buona parte del percorso. Sono cento chilometri. All´entrata di Goiania ci sono sempre migliaia di motociclisti che si spostano dai paesi vicini e dalla periferia per raggiungere il posto di lavoro. Sono tempi di espansione dell´economia, c´é movimento.
Silvia, direttrice dell´asilo, ha fotografato il carnevale dei bambini. Ci sono alcune foto di bimbi che arrivano sulle moto e biciclette dei genitori: la precarietá, quí, non é solo sul posto di lavoro, ma anche nella vita quotidiana. I bimbi viaggiano tranquilli su questi trampolini improvvisati, solo perché hanno fiducia nelle loro mamme e papá. Basta una distrazione per finire all´ospedale o peggio.
Mi hanno fatto sette analisi in una mattina. Ho avuto tempo di visitare anche Anna Maria Melini, e l´ho trovata bene: serena, circondata dalla gente e ben seguita da quella donna eccezionale che é Edilene, il suo angelo custode. Il nostro Maurizio, invece, continua in Italia al capezzale di sua madre gravemente inferma. Un brutto momento per lui.
Il carnevale entra anche all´asilo. Il carnevale brasiliano é un fenomeno culturale ricchissimo, una festa musicale piena di fantasia e colori, un linguaggio del corpo che aggrega le persone e le fa sentire vicine le une alle altre senza bisogno di parole, superando ogni inibizione. Purtroppo mi pare che si stia degradando. Forse é ancora vivo e fresco in alcune cittá del nordest come Salvador e Recife. Non lo so, parlo da osservatore esterno. Quí da noi é diventato una festa privata. Invadono le piazze e le vie pubbliche recintandole con orribili impalcature di latta, per far pagare l´ingresso. Non é piú la festa di tutti, le strade trasformate da disegni a colori, il samba che fa muovere anche i corpi meno snelli. La bruttezza e il degrado stanno prendendo il sopravvento. É il linguaggio del denaro.

1 commento:

  1. accorgersi che a volte non siamo capaci di parlare agli uomini di oggi per "riferire" la buona novella, è già una grandissima cosa che pochi sanno fare: buona campagna della fraternità!
    sante da rimini

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