10 ottobre 2011

LULA PREMIATO: MEGLIO NON SAPERLO?

Foto: immagini della nostra equipe. Vi appare Padre Luis Cardalda, spagnolo, candidato a sostituire don Eligio ad Itaberaí.

Ricardo Kotscho – Giornalista, blog Balaio do Kotscho. Tradotto dalla fonte di Adital.

“Perché Lula e non Fernando Henrique Cardoso, suo predecessore, per ricevere un omaggio da questa istituzione?”

Comincia cosí, credetemi, con questa domanda indecente, l´intervista di Deborah Berlinck, corrispondente di "O Globo" a Parigi, a Richard Descoings, direttore dell´Istituto di Studi Politici di Parigi, il “Sciences- Po”, che ha consegnato il titolo di Dottore Honoris Causa all´ex-presidente Lula, nel pomeriggio di questo martedí (l´articolo é del 30 settembre scorso).

Risposta di Descoings:"Il presidente anteriore meritava e, come universitario, era considerato un grande accademico (...) Il presidente Lula ha fatto una carriera politica di alto libello, che ha cambiato olto il paese e, radicalmente, ha cambiato l´immagine del Brasile nel mondo. Il Brasile é diventato una potenza emergente sotto Lula, ed egli non ha studi superiori. Questo ci é sembrato totalmente in linea con la nostra politica attuale nel Sciences- Po, quella per cui il merito personale non deve venire solo dal diploma universitario. In Francia abbiamo una societá di caste. E ció che distingue la casta é il diploma. Il presidente Lula ha dimostrato che é possibile essere un buon presidente senza passare per l´universitá".

L´intervista completa di Berlinck a Descoings é stata pubblicata nel portale di "O Globo" alle 22,56 del giorno 22/9. Ma la storia completa della figuraccia che la stampa nostrana “sabuja” ha dato in questi giorni, insofferente per il fatto che Lula sia stato il primo latino-americano a ricevere questo titolo, che é stato fin´ora assegnato solo a 16 personalitá del mondo in 140 anni di storia dell´istituto, é stata raccontata da un giornalista argentino, Martin Granovsky, nel giornale Página 12.

Ho preso in prestito da Mino Carta l´espressione “stampa sabuja” perché é quella che qualifica meglio ció che é accaduto nella copertura del settimo e piú importante titolo di Dottore Honoris Causa che Lula ha ricevuto quest´anno. Sabujo, secondo le definizioni trovate nel Dizionario Informale, significa servile, leccapiedi, adulatore, “baba-ovo, lambe-cu, lambe-botas, capacho” (espressioni intraducibili, ndt).

Sotto il titolo "Escravocratas contra Lula", Granovsky riferisce ció che é accaduto durante una esposizione fatta il giorno precedente dal direttore Richard Descoings per spiegare le ragioni dell´iniziativa di Science- Po di consegnare il titolo all´ex presidente brasiliano.

"Naturalmente, per ascoltare Descoings, erano stati chiamati diversi colleghi brasiliani. Il professor Descoings ha cercato di essere amabile e didattico (...). Uno dei colleghi ha chiesto se era il caso di premiare chi si vantava di non aver mai letto un libro. Il professore ha mantenuto la sua calma e ha dato uno sguardo di sorpresa (...).

"Perché premiano un presidente che ha tollerato la corruzione”, é stata la domanda seguente. Il professore ha sorriso e ha detto: “Veda, Sciences Po non é la Chiesa Cattolica. Non entra in analisi morali, e non trae conclusioni affrettate. Lascia alla Storia il giudizio su questo argomento e altri molto importanti, come l´elettrificazione delle favelas di tutto il Brasile e le politiche sociali (...). Non scusiamo e non giudichiamo. Semplicemente, non diamo lezioni di morale ad altri paesi”.

"Un altro collega brasiliano ha chiesto, con ironia, se l´Honoris Causa di Lula faceva parte dell´azione affermativa del Sciences Po. Descoings lo ha guardato con attenzione, prima di rispondere. "Le elites non sono solo scolastiche o sociali”, ha detto. "Chi deve valutare chi sono i migliori, pure. In caso contrario, ci troveremmo davanti a un caso di elitismo sociale. Lula é um tornitore-meccanico che é arrivato alla presidenza, ma per quanto ho capito fu votato da milioni di brasiliani con elezioni democratiche".

Alla fine dell´articolo, il giornalista argentino Martin Granovsky scrive, per la vergogna dei giornalisti brasiliani: "In mezzo a questa discussione, Lula giungerá in Francia. É bene che sappia che, prima di ricevere il dottorato Honoris Causa di Sciences Po, deve chiedere scusa agli elitisti del suo paese. Un lavoratore metalmeccanico non puó essere presidente. Se per una casualitá é arrivato al palazzo del Planalto, dovrebbe eseguire quello che gli dettano. In Brasile, la Casa Grande delle fazendas era riservata ai proprietari di terra e di schiavi. Perció, Lula, stai zitto per favore. Quelli della Casa Grande sono arrabbiati". (Ndt: la Casa Grande é l´espressione che indica la sede dei proprietari di terra nei latifondi. Era la casa dei padroni. Quella degli schiavi si chiamava “Senzala, di solito stanzoni sotto la Casa Grande, chiusi ermeticamente come una prigione).

Da quando Lula ha passato l´incarico di presidente della Repubblica a Dilma Rousseff nove mesi fa, la nostra grande stampa tenta di mettere l´uno contro l´altra e cerca di far esplodere l´immagine del suo governo, che é arrivato alla fine degli otto anni con indici di approvazione superiori all´80%.

Siccome fin´ora non sono riusciti in nessuna delle due cose, tentano di cancellare Lula dalla carta geografica. L´esempio piú lampante lo ha dato oggi il maggior giornale del paese, la "Folha de S. Paulo", che non ha trovato spazio nella sua edizione di 74 pagine per pubblicare una misera riga sull´importante titolo assegnato a Lula dall´Istituto di Studi Politici di Parigi.

In compenso, ha trovato spazio per pubblicare una simpatico foto di Marina Silva di fianco a Fernando Henrique Cardoso, durante un evento importante dello stesso istituto, com questa didascalia: "Scambi di affetto - FHC e Marina in un dibattito sul Codice Forestale nell´Istituto dell´ex-presidente; il tucano (ndt: tucano é il simbolo del partito di FHC) ha attribuito al fascino di Marina il fatto che l´uditorio era pieno zeppo".

Non si discute, é chiaro, di criteri editoriali, come non si discute delle decisioni della Giustizia. Frattanto a Parigi, secondo una relazione pubblicata nel portale di "O Globo" dalla corrispondente Deborah Berlinck, alle 16,37 impariamo che: "L´ex-presidente Luiz Inácio Lula da Silva e stato ricevuto con festa nell´Istituto di Studi Politici di Parigi -il Sciences-Po-, in Francia, per ricevere un altro titolo di Dottore Honoris Causa, questo martedí. Trattato come una star fin dalla sua entrata nell´istituto, é stato circondato da studenti e salutato con grida. Prima di arrivare alla sala dell´omaggio, in un corridoio, Lula ha udito, dai francesi, la canzone di Geraldo Vandré, "per non dire che io non ho parlato di fiori”.

"La sala dell´Istituto in cui é avvenuta la cerimonia aveva la capacitá per 500 persone, ma molti studenti sono rimasti di fuori. Il direttore dell´universitá, Richard Descoings, ha aperto la cerimonia spiegando che la scelta dell´ex-presidente era avvenuta per unanimitá".

Nel suo discorso di ringraziamento, Lula ha detto: "Benché io sia stato l´unico governante del Brasile privo di un diploma universitário, sono giá il presidente che ha costruito piú universitá nella storia del Brasile, e questo forse perché io volevo che una parte dei figli dei brasiliani aveve l´opportunitá che io non ho avuto”.
Per certi brasiliani, sicuramente dev´essere duro udire queste parole. É meglio non saperlo nemmeno. [Fonte: Blog Balaio do Kotscho].

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