12 maggio 2011

FATICOSI PERCORSI DI LIBERAZIONE

Foto: suppongo che vi piacerá vedere la frutta di Donizete. Per alcuni é forse una novitá. In Italia si conosce il fiore: passiflora. Che in Brasile tutti chiamano maracujá, ottimo per succhi di frutta che dissetano e conciliano il sonno. Oltrettutto quelli delle foto sono giganteschi. (E ho il sospetto che le sementi, dono del governo, siano OGM!)

1 - Ho celebrato la messa a casa di Donizete e Dativa sabato pomeriggio scorso, col sole a picco. La storia di questa giovane coppia é la stessa di tanti senza-terra: anni di lotta e di accampamento per ottenere la terra della Riforma Agraria, poi finalmente l´INCRA (Istituto Nazionale Colonizzazione e Riforma Agraria) compró la fazenda dell´impresa Encol (fallita) e assegnó pezzetti di terra buona a una quarantina di famiglie. Cosí nacque l´”assentamento Luís Ório". Assentamento é un´area di terra assegnata dalla Riforma Agraria.

Luís Ório era il coordinatore del settore Centro-Ovest della Commissione Pastorale della Terra. Abitava ad Itaberaí, ed era sempre rimasto al fianco degli accampati durante tutta la lotta, senza risparmio di forze, aiutandoli a organizzarsi e farsi sentire. Morí in un incidente stradale proprio nei pressi dell´assentamento a cui hanno dato il suo nome. Fu una figura di spicco, un esempio di cristiano impegnato, generoso e tenace. Merita qualche cenno biografico, ma so molto poco.

So che era di una famiglia del Rio Grande del Sud, discendente di Italiani, ed arrivó in Goiás nell´80 come seminarista che abbandonava il seminario di Viamont, nel Sud, e voleva diventare prete nella diocesi di Goiás. Erano i tempi in cui i seminaristi erano affidati ai parroci, e Luís Ório, assieme ad altri due, fu invitato a studiare e fare esperienza pastorale ad Itaberaí, sotto la guida di don Giuliano Barattini, il parroco di quegli anni. La valutazione nei suoi confronti era ottima sia nell´aspetto religioso e intellettuale, che in quello umano e di rapporto con la gente. Solo che il seminarista si innamoró di Eleusa e si sposarono. Era giá inserito nella Pastorale della Terra e, a quel punto, fu libero per accettare l´elezione a Coordinatore del Regionale Centro Ovest. Ma continuó pure attivo, e molto richiesto, nella pastorale delle comunitá ecclesiali di base. Tanto che verso il 1997 si candidó ufficialmente e pubblicamente al diaconato permanente, che il Sinodo Diocesano aveva deciso di adottare. Credeva che in Diocesi si sarebbe fatta un eccezione, e questa forma di diaconato sarebbe stata conferita pure alle donne. Quando lo informarono che "assolutamente non era possibile", egli disse: "Se non possono e donne, che nella chiesa sono le piú numerose a svolgere un diaconato di fatto, non possono nemmeno gli uomini. Non é roba per me!" La Diocesi di Goiás ha dato il suo nome al Centro Diocesano di Pastorale.

Adesso Donizete e Dativa sono agricoltori poveri ma in condizioni di costruirsi un futuro. Si stanno facendo la casa poco alla volta e coltivano frutta e verdura con tutte le tecniche possibili a chi ha pochi soldi da investire. Nell´assentamento l´Incra promuove corsi quasi mensili di tecnologie per l´agricoltura familiare. La situazione di Donizete ricorda un pó quella delle nostre famiglie di contadini dopo la guerra: molto impegno, molto lavoro, pochi soldi e comoditá, e la speranza di non imbattersi in una malattia che li impedisca di lavorare e mandi tutto in rovina. Ma con la soddisfazione di essere padroni del proprio naso.

Oltre al maracujá e alle verdure che vende sul mercato locale, Donizete pianta riso riso e granoturco per il consumo di familia, e alleva alcune mucche da latte. Di questi tempi il prezzo dei cereali é molto basso e non conviene coltivarli per la vendita. É una produzione lucrativa solo per le grandi monoculture. Il frutteto, nonostante il suo podere abbia sofferto poco tempo fa un grandinata, é ancora prospero, come potete vedere. Ha due o tre qualitá di frutti, tutti di una bellezza eccezionale.

Tornando alla nostra messa, l´abbiamo celebrata sotto un portichetto assai angusto, fuori casa. C´era poca gente, ma la casa é troppo stretta anche per pochi. La comunitá degli assentados non ha corrisposto bene al suo invito. "C´é un mucchio di "crentes" e "discrentes" ha detto Dariva, che é una signora piccola, esile e umile, ma non le manca lo spirito. I "crentes" sono gli evangelici pentecostali, i "discrentes" sono i cattolici non praticanti.

In realtá so che ci sono problemi piú grossi di questi nell´assentamento: situazioni di invidia e di inimicizie tra famiglie, qualcuno sorpreso a rubare, eccetera. Succede. Sono pochi, abitano lontani uno dall´altro, e sono divisi da interessi. É come nella parabola dell´esodo biblico: pur essendo usciti vincitori dalla lotta contro la schiavitú egiziana grazie a un atto di fede nel Signore che ama il suo popolo, camminano ancora nel deserto tra mille difficoltá e infedeltá. Sviluppare mentalitá ed abitudini di lavoro in comune é un processo difficile e lento, che avrebbe bisogno di essere piú aiutato. Nemmeno il vento, oggi, soffia a favore: i giovani pensano ad un futuro in cittá. Non é ancora la Terra Promessa. Per questo bisogna diffidare quando i media ci mostrano il Regno dei cieli trionfante nei grandi eventi di massa che voi ben conoscete. Gli eventi di massa, quando non c´é a monte una coscientizzazione e non c´é libertá di pensiero, di parola e di ricerca della veritá, servono a ingannare gli allocchi.

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