21 dicembre 2010

DIECI CONSIGLI PER VIVERE LA RELIGIONE

Foto: due immagini della recente celebrazione nella comunitá rurale di Bananal; e una della festa di Natale anticipata nell´asilo S. Francisco.


"Il logos divenne carne. Piantó la sua tenda tra noi. Contemplammo la sua gloria, gloria come quella del figlio unico presso il padre, pieno di ben volere e di veritá". (Giovanni, 1, 14).

Con TANTI auguri di Natale ai lettori di questo blog! Vi propongo la lettura di dieci consigli per vivere La religione. Cose che sono giá nel vostro cuore e nella vostra vita, ma che é bene ricordare. Le tenebre, oggi, e forse sempre, sono una poltiglia di corruzione politico-sociale camuffata e mescolata a falsa religione. Le tenebre ci avvolgono, ci insidiano ad ogni istante, ci provocano a un persistente sentimento di rabbiosa frustrazione. Fanno "cader le braccia", che é un pessimo stato d´animo per noi che abbiamo bisogno, invece, di avvicinarci alla contemplazione del mistero della luce di Cristo che, in Gesú, brilló e brilla finalmente nelle tenebre. Dobbiamo tirarci fuori e proseguire il cammino.

1. Evita l´individualismo, il far da solo, la ricerca di una solitudine nefasta. Ri-legati al piú profondo di te stesso, lá dove crescono i beni infiniti; alla natura, della quale tutti siamo espressione e coscienza; al prossimo, da cui dipendiamo inevitabilmente; a Dio, che ci ama senza condizioni. Questo é religione, ri-legare.

2. Tieni presente che le religioni sono sorte nella storia circa 8 mila anni fa. La spiritualitá, peró, é tanto antica quanto la stessa umanitá. Essa é il fondamento di ogni religione, cosí come l´amore lo é della famiglia. Cerca, nella tua religione, di perfezionare la spiritualitá. Diffida della religione che non coltiva la spiritualitá e dá la prioritá a dogmi, precetti, comandamenti, gerarchie e leggi.

3. Verifica se la tua religione é centrata nel dono maggiore di Dio: la vita. Religione che há come centro l´autoritá, la dottrina, l´idea di peccato, la predestinazione, é oppio del popolo. "Sono venuto affinché tutti abbiano la vita, e vita in abbondanza” disse Gesú (Giovanni 10,10). Perció la religione non puó mantenersi indifferente di fronte a tutto ció che impedisce o minaccia la vita: oppressione, esclusione, sottomissione, discriminazione, squalifica di chi non aderisce allo stesso credo.

4. Ingaggiati in uma comunitá religiosa che si impegna nel perfezionamento della spiritualitá. Religione é comunione. E imprimi nella tua comunitá un carattere sociale: di solidarietá coi poveri e quelli che soffrono ingiustizie; di lotta contro la miseria; di difesa intransigente della vita; di denuncia delle strutture di morte; di annuncio di um altro mondo possibile, piú giusto e libero, in cui tutti possano vivere felice e dignitosamente.

5. Interiorizza la tua esperienza religiosa. Trasforma il tuo credere nel tuo fare. Riduci la contraddizione tra la tua preghiera e la tua azione. Ama come Dio ci ama: senza condizioni.

6. Prega. Religione senza preghiera é um menú senza cibo. Riserva um momendo della giornata per incontrasti con Dio nel piú intimo di te stesso. Medita. Lascia spazio allo Spirito di Dio per lapidare il tuo spirito, sciogliere i tuoi nodi interiori, dilatare la tua capacitá di amare.

7. Sii tollerante con le altre religioni, cosí come vorresti che fossero com la tua. Liberati da qualsiasi tendenza fondamentalista di chi si crede padrone della veritá e migliore interprete della volontá di Dio. Cerca di dialogare con quelli che manifestano credenze diverse dalla tua.

8. Ricordati che Dio non há religione. Noi abbiamo creato le religioni, per istituzionalizzare le nostre diverse esperienze religiose. Tutte le religioni disimpegnano la stessa funzione: politica, o di legittimazione delle ingiustizie mantenendoci indifferenti ad esse, o di denuncia profetica contro le stesse in nome del principio che siamo tutti figli e figlie di Dio. Perció abbiamo il diritto di fare dell´umanitá una famiglia.

9. L´albero si riconosce daí frutti. Verifica se la tua religione é di amore o di esclusione, seminatrice di benedizioni o annunciatrice dell´inferno, serva del progetto di Dio nella storia umana o del potere del denaro.

10. Dio é amore. Religione che non conduce all´amore non é cosa di Dio. Piú importante che avere fede, abbracciare una religione, frequentare templi, é amare. "Anche se avessi una fede capace di trasportare le montagne, se non avessi amore quella non mi servirebbe a niente", disse l´apostolo Paolo (1 Corínti 13, 2). Vale di piú un ateo che ama di un credente che odia, discrimina e opprime. (Da un articolo di Frei Beto su Adital e Cebi).

E poi un invito del Centro Missionario di Reggio Emilia.

Carissimi/e,siete tutti invitati venerdì 31 dicembre alla marcia della Pace che si terrà a Reggio Emilia, con ritrovo e partenza alle ore 21 presso la stazione ferroviaria di Reggio Emilia (piazzale Marconi). Concluderemo il percorso in piazza Prampolini. Per chi lo desidera, nella Cripta della Cattedrale seguirà la Veglia di preghiera durante la quale meditare il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2011, "Libertà religiosa, via per la pace".
E proprio su questo tema si alterneranno le testimonianze previste lungo il percorso della marcia.
Si andrà incontro al nuovo anno camminando insieme con persone di altre religioni, di altre culture, ascoltando testimonianze di chi invoca il diritto a professare liberamente la propria fede, nella terra d’origine e in terre lontane. Insieme, per testimoniare che la pace è possibile, per impegnarci a coltivare ciò che ci unisce (invece di ciò che ci divide), per condividere un momento di sobrietà alternativa e di solidarietà verso chi porta su di sé le più gravi conseguenze dell’ingiustizia, dell’oppressione e di ogni forma di violenza.

Vi aspettiamo!

Caritas Diocesana, Servizio Pastorale Giovanile,Centro Missionario Diocesano.

Per finire: in cifre, gli otto anni di Lula.
Pubblicati dal giornale “Folha de São Paulo” fuori campagna elettorale (il giornale é sempre stato oppositore del PT) sono particolarmente significativi alcuni dati dell´economia brasiliana – ed ecco perché, a fine mandato, 83 per cento dei brasiliani giudicano ottimo o buono il governo di Lula. Il gruppo di chiese evangeliche e cattoliche che si definiscono “difensori della vita”, e classificano i governi del PT come Regno di Satana, dovrebbero meditare questi dati (e tanti altri che qui mancano) per capire chi é che difende la vita. Difendere la criminalizzazione dell´aborto (quindi l´aborto clandestino?)senza far nulla per elevare le condizioni sociali della popolazione, serve a promuovere la vita?

1) Prodotto Interno Lordo: nel 2003, primo anno del governo Lula, era in crescita dell´1,1%. L´anno seguente, 2004, passó al 5,7%. Nel 2005 ritornó al 3,2%. La crescita del 2006 = 4,0%, del 2007 = 6,1%, cadde nel 2008 al 5,2% e nel 2009 al meno 0,6% in corrispondenza dell´apice della crise mondiale. Nel 2010 si é ripresa al 7,5%.
2) Inflazione: era del 12,5% nel 2002, scesa fino a un minimo di 4% nel 2006, poi risalita fino al 5,65% nel 2010.
3) Potere d´acquisto (calcolato sulla base del dollaro USA). Nel dicembre 2002 il dollaro costava 3,53 reali. É scesa continuamento fino al valore attuale di 1,73 reali per ogni dollaro.
4) Bilancia commerciale: nel 2003 fu di 73,30 milioni di dollari l´esportazione, 4,30 milioni di dollari l´importazione. Nel 2010 l´esportazione é a 163,30, l´importazione a 148,70.
5) Disoccupazione: dal 12% del gennaio 2003 al 6,70% dell´agosto 2010.
6) Classi sociali: Le classi A e B, ricchi e medio-ricchi, erano il 12% nel 2002, e si mantengono stabili: sono al 15,6% nel 2009. La classe C (medio bassa) era 43,2% ed ora é 53,6%. La classe D (poveri) era il 15,2% ed ora é il 13,4%. La classe E (sotto la soglia della povertá) era il 29,5% ed ora é 17,4%.
7) Sanitá: nel 2003 le persone che accedevano ai servizi sanitari pubblici erano 35,7 milioni, nel 2010 sono state 52,5 milioni. Il problema piú visibile, la dengue: che nel 2003 colpí 281 mila persone, nel 2010 há colpito 936,3 mila.
8) Mortalitá infantile: dal 23 per mille del 2003 al 7,5 per mille del 2010.
9) Educazione: dalla media di 6,7 anni di studio dei cittadini brasiliani del 2003, a 7,5 del 2009.
10) Analfabetismo: é sceso da 11,6% del 2003 a 9,7% del 2009.

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