20 settembre 2010

IN BREVE

Padre Eligio é ancora molto sofferente. Dai primi esami era sembrato un banale incidente che si sarebbe risolto con alcuni giorni di riposo. A quanto pare, invece, l´evoluzione non é favorevole. Non si riscontrano fratture, ma lui non si rassegna al riposo e forse si strapazza e prende medicine a suo criterio e non appropriate. .nei giorni scorsi stava un pó meglio ed é partito a fare un giretto con la macchina. Poi é ritornato dolorante e avvilito. Alcuni medici di Itaberaí lo assistono continuamente, ma penso che dovremo portarlo al piú presto in ospedale.

La settimana é stata molto piena e non ho avuto il tempo di annotare le cose piú interessanti per metterle su questo blog. Ho visitato cinque o sei comunitá, e mi hanno fatto un´ottima impressione. Peró sono preoccupate per il dilagare delle chiese evangeliche. Ne arrivano continuamente di nuove, e tutte fanno il loro gruppetto di adepti assottigliando il numero dei cattolici. Il metodo di alcuni "evangelizzatori" é biasimevole: fanno un vero e proprio assedio alle persone in difficoltá, promettendo cure e soluzioni mirabolanti, e molti ci cascano. Peró non si puó attribuire la defezione di cattolici solo a questo. La causa principale é che gli evangelici formano folte squadre di laici e laiche che visitano di casa in casa, mentre noi siamo piú rigidi e piú esigenti nella formazione, non vogliamo fare un proselitismo grossolano.

Il cattolicesimo é arrivato qui ed é cresciuto come religione di Stato, ai tempi della colonizzazione. Religione di massa: chi viveva in Brasile, doveva osservare il cattolicesimo. Allora la catechesi era scarsa e limitata a preparare ai sacramenti. La conversione a Gesú Cristo era mescolata alla sottomissione al re di Portogallo. Per una popolazione cattolica quasi solo di nome, che vive la fede solo come pratica religiosa, una religione vale l´altra e quando si presenta qualcuno che fa una chiesetta accanto alla loro casa e forma una piccola comunitá, molti vi aderiscono anche perché é piú comoda e vi si sentono a loro agio. Quelli che passano agli evangelici, di solito, fanno una esperienza di autentica conversione, perché prima erano religiosi solo per tradizione familiare o conformismo sociale. Noi non siamo in grado di assicurare una presenza cosí capillare sul territorio. Appena ieri una signora, catechista di una comunitá rurale, mi raccomandava di andare a visitare suo fratello in prigione: "Padre, gli evangelici vanno lá una volta alla settimana. Mio fratello non ha formazione, non é in condizione di resistere se non c´é qualcuno che gli fa scoprire Gesú senza bisogno di cadere nella rete evangelica!" Il rovescio della medaglia é che i cattolici, man mano, migliorano di qualitá. Oggi si puó trasmettere una visione piú approfondita e piú aderente al Vangelo, perché i piú la capiscono e apprezzano.

Per darvi un´idea della confusione, sabato sera sono stato invitato alla festa di 80o compleanno di una signora che ha messo al mondo 22 figli: quindi una folla numerosa, perché c´erano figli e nipoti fino alla 5a generazione. Cattolici, evangelici e spiritisti. Io mi sono trovato in una situazione assolutamente inusitata, ma a cui forse dovremo abituarci (e forse anche voi in Italia, visto che arriva gente da ogni parte del mondo). La "sacerdotessa" dello spiritismo di Alan Cardec é una ex suora francescana, nostra amica di gioventú, e mi ha chiesto un passaggio per fare la sua parte nella stessa festa. Ho fatto il mio piccolo culto con lettura biblica e breve omelia, poi benedizione. Poi un pastore evangelico ha fatto il suo, e non la finiva piú. In seguito la "sorella" (cosí la chiamano) degli spiritisti ha avuto il suo spazio, e ha perfino cantato una canzone. Tutti abbiamo fatto riferimento a Gesú, ciascuno a suo modo. "Io sono stato in seminario a Fiumalbo". Lá ho ricevuto una formazione rigida e ho contratto uno stato di ansia permanente per gli orari e le norme disciplinari. Forse in sintonia con la mentalitá del tempo, quel seminario insegnava che le persone sono soldati e non devono pensare, ma marciare. Perció non sono dotato di tutta questa elasticitá! Peró "la necessitá fa saltare anche i rospi", come dice un proverbio brasiliano". Oggi sono costretto a imparare che ogni persona ha la sua testa e ha il diritto di usarla, non c´é uno che puó sottomettere tutti gli altri e determinare ció che gli altri devono fare. Pastori e dirigenti religiosi di ogni genere si sono messi in proprio e, forse per qualche secolo, dovremo imparare a vivere insieme.

Con tutto questo pullulare di chiese e gruppi religiosi, si fa sempre piú insistente anche nella Chiesa cattolica il bisogno di competizione, che ha come conseguenza immediata la tendenza a limitarsi a ció che é piú facile: perfezionare le celebrazioni liturgiche, migliorare l´aspetto delle chiese. Una tendenza che in sé é buona, perché la bellezza e l´arte contribuiscono alla formazione dello spirito. Senonché, con tutti i problemi sociali che ci sono, a volte di pari passo si riduce l´impegno per la giustiza e la difesa dei deboli. Il prete che non disturba chi massacra i lavoratori e chi inquina l´ambiente ci guadagna in popolaritá, ma perde l´unica qualitá di una Chiesa che voglia essere credibile: la fedeltá a Gesú Cristo.

La Dilma, secondo i sondaggi, ha il successo assicurato alle elezioni presidenziali del mese prossimo (1a domenica di ottobre). Dovrá vedersela con una opposizione che, in gran parte, é formata da gente uscita dallo stesso partito: infatti questa é la situazione peculiare della politica brasiliana. L´opposizione piú accanita, sia di destra che di sinistra, viene dalle file della vecchia sinistra. E adesso vi saluto e pubblico questo brevissimo resoconto. Ho poco tempo e devo prepararmi perché stasera iniziano gli esercizi spirituali del clero diocesano.

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