28 giugno 2014

COSE DELLA VITA

Cinquant´anni fa, alle sei del pomeriggio di questo giorno, nella Chiesa Parrocchiale di Vignola, l´arcivescovo Mons. Giuseppe Amici mi impose le mani. Era stata una bella giornata estiva, ma durante la celebrazione scoppió un violento temporale con tuoni e fulmini. Mentre ero prostrato sulle mattonelle del presbitero e il coro cantava su di me le litanie dei santi, udii un tale frastuono di pioggia e grandine sul tetto, che cominciai a farmi l´idea di essere una specie di Mosé sul Monte Sinai, quando ricevette le tavole della Legge. Illusioni di pivello un pó gassato: ero, invece, un giovincello immaturo, poco preparato anche intellettualmente, ingenuo e presuntuoso. Il rettore del seminario, il carissimo (e santo, almeno per me) Mons. Medardo Odorici mi accompagnó sui gradini dell´altare per ricevere l´unzione delle mani e, mentre scendevamo, mi sussurró all´orecchio: “Sei un bravo ragazzo e farai del bene, ma attento a quella tua linguaccia, perché potrebbe procurarti molti dispiaceri”. Infatti, nonostante mi sia abbastanza sforzato, in questi cinquant´anni la lingua mi é sfuggita piú di una volta. Mi dispiace non tanto per il pensiero di essermi rovinato la carriera, se mai per caso ne avessi avuto la possibilitá (e giuro che non me la sono mai cercata); ma perché molte volte questo mi ha portato a ferire persone umili che non se lo meritavano. Tendiamo ad essere coraggiosi e a volte arroganti coi piú deboli, e diventare invece umili e troppo arrendevoli davanti ai piú potenti. Questo é il peccato di cui provo piú vergogna; anche perché posso chiedere perdono a Dio, ma non mi é piú possibile chiederlo ai diretti interessati. Che pena!
Il giorno dopo.................................................... E va bene, mi ha fatto piacere ricordare il giorno della consacrazione. Ma quando si fanno retrospettive come quella che avevo scritto ieri su questo post, sono riletture di carattere molto personale dettate, in buona parte, dall´emozione del momento. Oggi l´ho riletta e non mi ha soddisfatto. L´ho cancellata e la tengo solo sul mio diario privato. I miei amici hanno organizzato delle celebrazioni, ieri sera una messa di ringraziamento solo con la comunitá del quartiere, nella chiesina di San Francesco. I miei confratelli preti hanno concelebrato con me, bontá loro. C´erano una settantina di persone. Dopo la messa abbiamo mangiato insieme un piatto delizioso di penne alla bolognese preparato dal cuoco Vittorio Spinelli, poi ho distribuito la torta. Durante la messa alcuni hanno ricordato il passato, solo le cose buone. Grazie a Dio per questi cinquant´anni. Nelle rievocazioni appare chiaramente che noi facciamo cose e lo Spirito Santo le usa a modo suo. Si scopre che una persona ha ricevuto una parola o un gesto fatto da noi casualmente e poi dimenticato, e quella persona ne é rimasta toccata, ha fatto il suo percorso di vita a partire da quell´episodio. Sia lodato Dio! Io peró voglio ringraziare solo Lui, il Signore, e affidarmi alla sua misericordia per gli errori che ho commesso. Che la luce del Vangelo continui a guidarci, e Gesú di Nazaret sia il nostro maestro: che io possa continuare, come ho fatto fin´ora. Come un cieco che ogni tanto riesce ad aprire gli occhi e a vedere la strada.

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