16 gennaio 2014

BUONE SORPRESE

È stata superata la crisi dell´amplificazione nella chiesa parrocchiale di San Sebastião, che ho descritto la settimana scorsa nel mio blog per lo spasso dei miei lettori (che non sono direttamente interessati). Innnanzitutto abbiamo raggiunto la certezza che la causa della cattiva audizione non é l´acustica dell´ambiente. Questa é la notizia migliore, perché sarebbe stato un danno quasi irreparabile. Poi, dopo che é iniziata la novena del patrono, di sera in sera il servizio del microfono é migliorato fino ad avvicinarsi alla perfezione. Questi apparecchi moderni sono molto complicati e delicati. Restano i difetti dovuti alla dizione e alla posizione dei microfoni, e per questo noi dovremo imparare.... Al giorno d´oggi le apparecchiature sembrano costruite per tenere il microfono praticamente in bocca. A me non piace, ma bisogna adeguarsi alle usanze.
La festa procede molto bene. San Sebastiano é molto popolare in Brasile fin dai tempi coloniali: tanto che a lui fu dedicata la cattedrale di Rio de Janeiro, una delle piú antiche. É il patrono degli animali, come Sant´Antonio Abate in Italia. La novena é cominciata il 10, c´é stata sempre una grande folla. L´ultima sera sará sabato 18. Poi il 19 sará la sagra. Per quel giorno é in programma una messa al mattino, un pranzo comunitario in piazza sotto il telone, e poi, la sera, messa solenne con processione e fuochi. Le serate di novena sono state molto tradizionali, un pó scontate, ma alla gente piace anche stare semplicemente insieme. Dopo la messa vanno negli stand gastronomici, comprano i loro piatti preferiti, siedono a tavolino con famiglia e amici, guardano e chiacchierano. Nel frattempo i “gritadores” saltellano tra la folla urlando o cantando i prezzi delle cose donate e messe all´asta, che di solito sono pezzi di pollo o maiale arrostiti, cestini di frutta e altre specialitá culinarie fatte in casa. Questa asta, denominata “leilão”, sembra che interessi sempre meno i giovani, quindi é prevedibile che in futuro vada in disuso o cambi forma, ma per ora tiene (e rende).
La cosa piú bella della festa é il lavoro degli organizzatori. Ci sono le equipes per l´allestimento, per la cucina, per la vendita, per urlare il leilão, per tenere i conti. E in Chiesa ci sono quelle per la liturgia e le letture, il canto, le comunicazioni e gli avvisi, la colletta e il servizio di distribuzione della comunione. É una moltitudine di gente in movimento, che lavorano insieme con gioia e rinvigoriscono il loro spirito comunitario. Nelle messe abbiamo trattato i temi della Campagna della Fraternitá, che quest´anno sono particolarmente difficili. La Conferenza Nazionale dei vescovi la lancia ogni anno fin dai tempi del Concilio. Sarebbe solo per il periodo della quaresima, ma noi la anticipiamo perché abbiamo questa opportunitá della festa di gennaio che riunisce molta gente. Lo scopo di questa campagna é di abituare la gente a dirigere la fede e la Parola di Dio non solo verso il cielo, ma anche verso l´impegno sociale. Il tema generale del 2014 é “Fraternitá e traffico umano”. Si parla di cose molto tristi, ma tragicamente reali: traffico di bambini e minorenni, di donne, di lavoratori, di droga e perfino di organi umani. La maggior parte della gente non ama ascoltare queste realtá, ma poco alla volta, con l´aiuto di testi biblici, riflessioni, immagini e sceneggiature simboliche, la mentalitá cambia. In genere i preti che sono venuti a presiedere le celebrazioni, salvo qualcuno (si usa chiamare i parroci delle altre parrocchie), hanno evitato gli aspetti piú scabrosi. La folla applaude quando si tiene corta, si é chiari e non si disturba troppo la coscienza. Bravissime, invece, le equipes di liturgia che hanno preparato e comunicato molto bene le sfide e provocazioni di questi argomenti attraverso la presentazione iniziale, i canti, le sceneggiature del Vangelo, le preci comunitarie.
É diverso, invece, quando ci si incontra con le Comunitá ecclesiali di base sparse nei quartieri e in campagna. Lí la riflessione va piú in profonditá e si trasforma assai piú spontaneamente in preghiera e impegno con la propria coscienza. Talvolta si crea un ambiente di molta franchezza e sinceritá. Questo é importante perché certe ingiustizie gravissime, come la tratta di adolescenti o donne, per lo sfruttamento sessuale o il lavoro in condizioni di schiavitú, riesce a prosperare proprio perché la gente finge di non vedere. Si va in chiesa ma si pratica il male o si lascia correre. Solo l´uno per cento dei casi viene denunciato. É una triste ereditá del passato: ci si faceva un obbligo di imporre la dottrina e le pratiche religiose ma si facevano soffrire, si violentavano o si uccidevano gli indios, gli schiavi e i poveri, come se niente fosse.
La settimana scorsa, nella cittá di Juazeiro (nord-est), si é tenuta la 13ª assemblea nazionale delle Comunitá Ecclesiali di Base, con rappresentanti di comunitá di tutto il paese. Piú di 5 mila partecipanti, compresi i rappresentanti di diverse chiese evangeliche e di stranieri. Hanno ribadito l´impegno di essere una Chiesa in cammino, povera e alleata dei poveri, che segue la pratica di Gesú in Galilea e valorizza la religiositá popolare (che nel nordest é particolarmente forte: é la terra di Padre Cícero, un prete che ogni nordestino venera come santo nonostante che abbia vissuto ufficialmente diversi anni da scomunicato perché disturbava i potenti). Quest´anno l´incontro nazionale (interecclesiale), per la prima volta nella sua storia, é stato allietato da un messaggio affettuoso del papa, che per l´occasione ha scritto: “Le CEBs sono uno strumento che permette al popolo di giungere a una maggiore conoscenza della Parola di Dio, all´impegno sociale in nome del Vangelo, al sorgere di nuovi servizi laicali e all´educazione degli adulti alla fede”.
Abbiamo partecipato pure, da lontano, all´evento emozionante della messa di don Francesco Cavazzuti con il papa Francesco. Mi ha fatto molto piacere ricevere la foto con i due Francesco conversando insieme gioiosamente, e con le sorelle di Francesco lí vicino (come al solito le donne organizzano, fanno accadere gli incontri, poi vi partecipano in disparte: su questo abbiamo ancora molto da imparare). Io ho una venerazione speciale per don Francesco, il nostro “Chicão”. É un prete coraggioso che ha affrontato di persona quelli che sottraevano la terra ai contadini con la prepotenza e l´uso del potere in beneficio proprio. Lo ha fatto senza strategie, senza usare lettere o sottoscrizioni. Gli hanno sparato ed é rimasto completamente cieco. Mi irrita di sentire, ogni tanto, qualcuno che quasi se ne fa un vanto dicendo: “É stato nostro compagno di lotta, é un martire della nostra causa”. É vero, ma lui ha pagato e sta pagando un prezzo che nessuno di noi ha pagato. Ne porta ancora la croce, da quasi trent´anni. É una testimonianza da guardare con rispetto, e seguire se ne siamo capaci.
Di fronte a questi avvenimenti, che sono per me buone notizie, penso che l´importante é proseguire su questa strada per il Regno: per trasformare il realtá il progetto rivelato da Gesú, di un mondo giusto e umano di figli di Dio. Non per vantarci di essere coi poveri e trarne vantaggio e proiezione propria. Mi vengono in mente le riflessioni insistenti di Padre Turoldo nei suoi commenti ai salmi: quanti milioni di persone anonime sono state e sono ancora oggi calpestate, umiliate, distrutte nella carne e nello spirito, senza nessuna pietá e nessun soccorso. Anonime. Non le conosce nessuno, nessuno as del loro dolore. Forse sono state sostenute dalle promesse di Dio di “elevare gli umili e far cadere i potenti e i prepotenti dai troni”. O forse neanche questo. Ma Dio ha promesso che ogni lacrima umana verrá da lui trasformata in consolazione e motivo di gioia. Quando avverrá questo? I sofferenti aspettano da millenni. Rinnoviamo, perció, la nostra fede, perché non abbiamo scelta: possiamo solo credere o diventare cattivi e impazzire, che servirebbe solo a peggiorare le cose. “Anche quando l´angoscia ci assale donaci, o Padre, di non dubitare; o anche di dubitare, ma insieme di sempre piú credere: di credere alla tua fedeltá e al tuo amore al di lá di tutte le apparenze. E con il tuo Spirito, sempre presente nella storia, rompi i piani dei potenti perché almeno i deboli continuino a sperare” (D. M. Turoldo).

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