26 gennaio 2014
DOMANDE SENZA RISPOSTA
Le foto: 1) Il Cristo Redentore di Rio de Janeiro colpito da un fulmine che gli ha mozzato un dito; 2 e 3) Alcuni dei nostri seminaristi piú giovani che si vestono da santini. della serie di Pascoli: "C´é qualcosa di nuovo, oggi, nel sole...anzi, d´antico!"
La Bassa di Modena, terra del lambrusco, é di nuovo colpita dagli eventi naturali con lo straripamento del Secchia. Mi dispiace! Agli sfollati auguro di cuore che smetta di piovere e che possano presto tornare nelle loro case e ripulirle.
Qui invece, dopo la festa del patrono, é stata una settimana tranquilla. Padre Severino occupato a fare i conti e preparare il “leilão de bestiame”. Padre Luis a Goias, a fare un corso di “quasi dottore” in Bibbia. Io a leggere le conferenze del Congresso Continentale di Teologia, che si é tenuto a São Leopoldo (RS) nei mesi scorsi. Ne hanno fatto un libro di quasi 350 pagine. Non é molto divertente, ma io, poco teologo, ho bisogno di studiare un pó. Nel frattempo ho seguito alcuni ammalati e celebrato esequie. É proprio come dice il Salmo 90: noi siamo ”come erba che al mattino germoglia e fiorisce, alla sera é falciata e riarsa”. Infatti, quella signora bruttina e poco simpatica che va in giro con la falce non va mai in ferie, e in questi giorni apparentemente pacifici ha falciato piú del solito. Ieri mattina ho celebrato le esequie gli ultimi due (per ora): uno in casa, l´altro nella sala d´attesa del cimitero. Lí si fermano, per una sosta prima della sepoltura, quelli che portano defunti da lontano. I cattolici chiamano il prete, i pentecostali il pastore, gli spiritisti le loro guide spirituali o i santoni. Le famiglie che abitano qui in cittá, invece, provvedono alla veglia funebre e alla preghiera di addio in casa, oppure nelle sale ardenti delle varie imprese funebri a cui sono abbonate.
Sono cerimonie semplici, con le preghiere di rito e alcuni canti, senza messa. Quando il morto é uno importante o una persona che aveva molti amici, accorre molta gente e talvolta si forma quasi una festa. É gente addolorata per la perdita di un amico o conoscente, ma chiacchiera a voce alta nelle sale gremite. Quello che importa, é che i cattolici credono nella risurrezione dei morti e ci tengono a manifestarlo in queste circostanze. La loro fede a volte mi sorprende: é forte, schietta. Commovente. Nelle esequie che ho fatto poco fa, di un signore che si chiamava José Maria, 69 anni, malato di cuore, tutte le sorelle hanno fatto la loro preghiera personale a voce alta: “Signore accogli mio fratello, perdonagli i peccati che io non conosco perché non ho seguito la sua storia. Tienilo vicino a te”. La fede é la spina dorsale dello spirito di tante persone, quella che le fa stare in piedi con fermezza anche negli eventi piú dolorosi.
Gesú, un giorno, parló di una fede che puó spostare gli alberi e le montagne. Peró bisogna vedere cosa intendeva per “alberi” e “montagne”. Credo che non amasse i giochi di magia. Lui stesso, in quei giorni duri di tentazione in cui il diavolo lo fece volare dal deserto al pinnacolo del Tempio e alla cima di un monte, disprezzó la magia e lo spettacolo: “Sta scritto: non tentare il Signore Dio tuo” e “adorerai il Signore tuo Dio e solo a lui servirai”. C´é qualcuno che sa spiegare bene cos´é la fede? É una forza interiore. Si sente e agisce, ma non si spiega e dimostra razionalmente. Puó forse Dio, Sapiente e Giusto, farsi raggirare dalla mia preghiera? Piegarsi ai favoritismi, salvando me dalla malattia e dalla morte e lasciando soffrire e morire miseramente gli altri? Possiamo vantare qualche merito davanti a lui? La risposta é “no”, ma é un mistero. Rimangono tante domande senza risposta. Pensate un pó cosa avrá sofferto quella ragazza in India, condannata ad essere stuprata su un palcoscenico di fronte a tutto il villaggio. E di quanti altri e altre vittime di crudeltá inaudite ogni minuto? Della maggior parte non sappiamo nulla, perché i giornali non ne parlano. Affrontano le atrocitá in completa solitudine. Perché Dio non interviene direttamente? Lo sa soltanto lui. Noi crediamo, perché lo ha promesso, che sta vicino a ciascuno di loro e sostiene la loro fede, in silenzio. É accaduto anche a Gesú, sulla croce.
La conclusione della festa di San Sebastiano coincide con la riapertura delle scuole. Sono finite le ferie estive per gli studenti. Per noi, in parrocchia, é anche un breve periodo di riflessione che serve per fare i programmi delle diverse pastorali. Io ho giá fatto le riunioni in alcune, tra quelle che sono affidate alle mie cure. Per l´occasione si é fatto una verifica della festa stessa, perché questi gruppi hanno lavorato sia a preparare le celebrazioni liturgiche che a cucinare e amministrare gli stand gastronomici. L´unica cosa di cui si sono lamentati (alcuni, non tutti), é dei temi della Campagna della Fraternitá scelti per le messe della novena. “Sono argomenti difficili e delicati, che costringono a leggere e fare ricerca per poter preparare commenti e preghiere appropriate”. Me lo aspettavo che lo avrebbero detto, e lo hanno fatto delicatamente. Credo che, in realtá, la difficoltá non sia tanto quella di studiare. É che la gente piú “di chiesa”, in genere, pensa che nelle messe si dovrebbe parlare solo delle cose “del cielo”, e non dei problemi della terra. La religione é intesa come un rifugio sicuro e tranquillo, lontano perfino dal pensiero dei mali di questo mondo. Si deve solo pregare: perché Dio ci tenga al riparo dal male e possibilmente lo faccia scomparire. Forse é anche per questo atteggiamento di paura, fuga dalla realtá e passivitá, che la violenza e l´ingiustizia prosperano.
Molte volte le religioni stesse sono state e sono ancora pretesti per commettere violenze e ingiustizie. Quanti secoli i cristiani impiegheranno ancora, anzi “impiegheremo”, a capire che Gesú é venuto al mondo proprio per umanizzarci? La Campagna della Fraternitá é per far studiare i problemi attuali e urgenti della societá: la fatica di informarsi e guardarla in faccia non é un effetto collaterale e sgradevole, ma lo scopo stesso di questa campagna. Di solito viviamo sulla scia delle nostre abitudini e tradizioni senza andare all´essenza della conversione a Gesú Cristo. Il successo della festa religiosa, ad esempio, spesso é misurato piú dalla quantitá di partecipanti e dalle entrate delle varie kermesses (quest´anno sono state particolarmente abbondanti), che dai progressi nel capire e seguire il Vangelo. D´altra parte, la gente é dotata di senso pratico, e sa che abbiamo bisogno di denaro, perché le strutture e i servizi sono costosi.
É un dilemma! Il Vangelo di Matteo ci ripete continuamente, nelle letture di questi giorni, che i farisei e gli erodiani spiavano Gesú per trovare pretesti per eliminarlo, e spesso lo facevano arrabbiare. Perché avevano capito che lui si preoccupava solo di liberare gli umili e ingenui dalle grinfie dei piú furbi e prepotenti. In una societá di grandi disuguaglianze come la nostra, se la Chiesa si mettesse a seguire la strada di Gesú radicalmente, probabilmente soffrirebbe la sua stessa sorte, e ci vuole molta fede nella risurrezione. Sono argomenti di cui si parla poco tra noi. Esiste un certo pudore. Sappiamo di non essere esenti da ambiguitá. Il papa Francesco fa capire apertamente di voler che la Chiesa torni alle radici della nostra fede. A me piace, e pare che abbia pure l´appoggio di moltitudini. É un percorso molto impegnativo.
16 gennaio 2014
BUONE SORPRESE
È stata superata la crisi dell´amplificazione nella chiesa parrocchiale di San Sebastião, che ho descritto la settimana scorsa nel mio blog per lo spasso dei miei lettori (che non sono direttamente interessati). Innnanzitutto abbiamo raggiunto la certezza che la causa della cattiva audizione non é l´acustica dell´ambiente. Questa é la notizia migliore, perché sarebbe stato un danno quasi irreparabile. Poi, dopo che é iniziata la novena del patrono, di sera in sera il servizio del microfono é migliorato fino ad avvicinarsi alla perfezione. Questi apparecchi moderni sono molto complicati e delicati. Restano i difetti dovuti alla dizione e alla posizione dei microfoni, e per questo noi dovremo imparare.... Al giorno d´oggi le apparecchiature sembrano costruite per tenere il microfono praticamente in bocca. A me non piace, ma bisogna adeguarsi alle usanze.
La festa procede molto bene. San Sebastiano é molto popolare in Brasile fin dai tempi coloniali: tanto che a lui fu dedicata la cattedrale di Rio de Janeiro, una delle piú antiche. É il patrono degli animali, come Sant´Antonio Abate in Italia. La novena é cominciata il 10, c´é stata sempre una grande folla. L´ultima sera sará sabato 18. Poi il 19 sará la sagra. Per quel giorno é in programma una messa al mattino, un pranzo comunitario in piazza sotto il telone, e poi, la sera, messa solenne con processione e fuochi. Le serate di novena sono state molto tradizionali, un pó scontate, ma alla gente piace anche stare semplicemente insieme. Dopo la messa vanno negli stand gastronomici, comprano i loro piatti preferiti, siedono a tavolino con famiglia e amici, guardano e chiacchierano. Nel frattempo i “gritadores” saltellano tra la folla urlando o cantando i prezzi delle cose donate e messe all´asta, che di solito sono pezzi di pollo o maiale arrostiti, cestini di frutta e altre specialitá culinarie fatte in casa. Questa asta, denominata “leilão”, sembra che interessi sempre meno i giovani, quindi é prevedibile che in futuro vada in disuso o cambi forma, ma per ora tiene (e rende).
La cosa piú bella della festa é il lavoro degli organizzatori. Ci sono le equipes per l´allestimento, per la cucina, per la vendita, per urlare il leilão, per tenere i conti. E in Chiesa ci sono quelle per la liturgia e le letture, il canto, le comunicazioni e gli avvisi, la colletta e il servizio di distribuzione della comunione. É una moltitudine di gente in movimento, che lavorano insieme con gioia e rinvigoriscono il loro spirito comunitario. Nelle messe abbiamo trattato i temi della Campagna della Fraternitá, che quest´anno sono particolarmente difficili. La Conferenza Nazionale dei vescovi la lancia ogni anno fin dai tempi del Concilio. Sarebbe solo per il periodo della quaresima, ma noi la anticipiamo perché abbiamo questa opportunitá della festa di gennaio che riunisce molta gente. Lo scopo di questa campagna é di abituare la gente a dirigere la fede e la Parola di Dio non solo verso il cielo, ma anche verso l´impegno sociale. Il tema generale del 2014 é “Fraternitá e traffico umano”. Si parla di cose molto tristi, ma tragicamente reali: traffico di bambini e minorenni, di donne, di lavoratori, di droga e perfino di organi umani. La maggior parte della gente non ama ascoltare queste realtá, ma poco alla volta, con l´aiuto di testi biblici, riflessioni, immagini e sceneggiature simboliche, la mentalitá cambia. In genere i preti che sono venuti a presiedere le celebrazioni, salvo qualcuno (si usa chiamare i parroci delle altre parrocchie), hanno evitato gli aspetti piú scabrosi. La folla applaude quando si tiene corta, si é chiari e non si disturba troppo la coscienza. Bravissime, invece, le equipes di liturgia che hanno preparato e comunicato molto bene le sfide e provocazioni di questi argomenti attraverso la presentazione iniziale, i canti, le sceneggiature del Vangelo, le preci comunitarie.
É diverso, invece, quando ci si incontra con le Comunitá ecclesiali di base sparse nei quartieri e in campagna. Lí la riflessione va piú in profonditá e si trasforma assai piú spontaneamente in preghiera e impegno con la propria coscienza. Talvolta si crea un ambiente di molta franchezza e sinceritá. Questo é importante perché certe ingiustizie gravissime, come la tratta di adolescenti o donne, per lo sfruttamento sessuale o il lavoro in condizioni di schiavitú, riesce a prosperare proprio perché la gente finge di non vedere. Si va in chiesa ma si pratica il male o si lascia correre. Solo l´uno per cento dei casi viene denunciato. É una triste ereditá del passato: ci si faceva un obbligo di imporre la dottrina e le pratiche religiose ma si facevano soffrire, si violentavano o si uccidevano gli indios, gli schiavi e i poveri, come se niente fosse.
La settimana scorsa, nella cittá di Juazeiro (nord-est), si é tenuta la 13ª assemblea nazionale delle Comunitá Ecclesiali di Base, con rappresentanti di comunitá di tutto il paese. Piú di 5 mila partecipanti, compresi i rappresentanti di diverse chiese evangeliche e di stranieri. Hanno ribadito l´impegno di essere una Chiesa in cammino, povera e alleata dei poveri, che segue la pratica di Gesú in Galilea e valorizza la religiositá popolare (che nel nordest é particolarmente forte: é la terra di Padre Cícero, un prete che ogni nordestino venera come santo nonostante che abbia vissuto ufficialmente diversi anni da scomunicato perché disturbava i potenti). Quest´anno l´incontro nazionale (interecclesiale), per la prima volta nella sua storia, é stato allietato da un messaggio affettuoso del papa, che per l´occasione ha scritto: “Le CEBs sono uno strumento che permette al popolo di giungere a una maggiore conoscenza della Parola di Dio, all´impegno sociale in nome del Vangelo, al sorgere di nuovi servizi laicali e all´educazione degli adulti alla fede”.
Abbiamo partecipato pure, da lontano, all´evento emozionante della messa di don Francesco Cavazzuti con il papa Francesco. Mi ha fatto molto piacere ricevere la foto con i due Francesco conversando insieme gioiosamente, e con le sorelle di Francesco lí vicino (come al solito le donne organizzano, fanno accadere gli incontri, poi vi partecipano in disparte: su questo abbiamo ancora molto da imparare). Io ho una venerazione speciale per don Francesco, il nostro “Chicão”. É un prete coraggioso che ha affrontato di persona quelli che sottraevano la terra ai contadini con la prepotenza e l´uso del potere in beneficio proprio. Lo ha fatto senza strategie, senza usare lettere o sottoscrizioni. Gli hanno sparato ed é rimasto completamente cieco. Mi irrita di sentire, ogni tanto, qualcuno che quasi se ne fa un vanto dicendo: “É stato nostro compagno di lotta, é un martire della nostra causa”. É vero, ma lui ha pagato e sta pagando un prezzo che nessuno di noi ha pagato. Ne porta ancora la croce, da quasi trent´anni. É una testimonianza da guardare con rispetto, e seguire se ne siamo capaci.
Di fronte a questi avvenimenti, che sono per me buone notizie, penso che l´importante é proseguire su questa strada per il Regno: per trasformare il realtá il progetto rivelato da Gesú, di un mondo giusto e umano di figli di Dio. Non per vantarci di essere coi poveri e trarne vantaggio e proiezione propria. Mi vengono in mente le riflessioni insistenti di Padre Turoldo nei suoi commenti ai salmi: quanti milioni di persone anonime sono state e sono ancora oggi calpestate, umiliate, distrutte nella carne e nello spirito, senza nessuna pietá e nessun soccorso. Anonime. Non le conosce nessuno, nessuno as del loro dolore. Forse sono state sostenute dalle promesse di Dio di “elevare gli umili e far cadere i potenti e i prepotenti dai troni”. O forse neanche questo. Ma Dio ha promesso che ogni lacrima umana verrá da lui trasformata in consolazione e motivo di gioia. Quando avverrá questo? I sofferenti aspettano da millenni. Rinnoviamo, perció, la nostra fede, perché non abbiamo scelta: possiamo solo credere o diventare cattivi e impazzire, che servirebbe solo a peggiorare le cose. “Anche quando l´angoscia ci assale donaci, o Padre, di non dubitare; o anche di dubitare, ma insieme di sempre piú credere: di credere alla tua fedeltá e al tuo amore al di lá di tutte le apparenze. E con il tuo Spirito, sempre presente nella storia, rompi i piani dei potenti perché almeno i deboli continuino a sperare” (D. M. Turoldo).
7 gennaio 2014
CONGETTURE ASTROLOGICHE
Sottotitolo: e i frutti sono buoni.
Quando si comincia un anno nuovo si fanno e si ricevono auguri come se stesse iniziando chissá che cosa, ma bastano pochi minuti per capire che la vita continua uguale. La gente buona segue il proprio percorso nell´anonimato, e gli strampalati finiscono su tutti i giornali. Stamattina ho letto di un giovane a cui hanno piantato un lungo coltello dentro la testa trapassandola da parte a parte senza provocare lesioni nel cervello. Hanno mostrato la radiografia, molto impressionante, in TV: ma nei raggi X il cervello non si vede. Come mai si sará salvato? Forse era troppo piccolo? Un´altra notizia é che un gruppo di incappucciati vestiti di nero ha devastato un cimitero, rompendo tutto quello che si poteva rompere: statue, lapidi, supellettili della cappella, vasi di fiori, eccetera. Forse una protesta, contro gli spiriti dei morti che vanno a tirare i piedi ai vivi durante la notte.
Al contrario del Tempo di Avvento, che é stato di attivitá intensa e molto fervore con la novena di Natale in ogni comunitá di base, il periodo natalizio per me é stato, invece, dispersivo. Per un verso, é una cosa buona: la gente sfrutta questo periodo per fare e ricevere le visite dei parenti, e molti non vanno nemmeno a messa. Anche per il fatto che ormai tutte le parentele sono interconfessionali. Mentre i cattolici non hanno nessun problema a frequentare una Chiesa pentecostale per far piacere a un parente, gli evangelici di solito si rifiutano tassativamente di andare ad una messa. In ogni modo, é positivo che Natale sia una festa che riunisce le famiglie. Noi abbiamo celebrato quasi solo nelle Chiese del centro, dove la frequenza é piú consistente. E abbiamo fatto anche noi preti, tra di noi, le nostre festicciole: una cena speciale a base di porchetta dopo la messa della vigilia di Natale, e un´altra a base di montone la vigilia di capodanno. Il primo dell´anno ho preparato io una spaghettata con un ragú quasi alla bolognese, con salsiccia abbinata a funghi porcini e puré di pomodoro. Squisita! Ma, soprattutto, abbiamo concelebrato in San Sebastiano.
La chiesa parrocchiale di San Sebastiano, con la ristrutturazione ancora in corso ma giá a buon punto, é diventata piú grande e bella. Ma l´acustica é un incubo. Non si riesce ad ascoltare bene né le letture né le omelie. L´impianto sonoro é nuovo di zecca, ma ancora non funziona bene. Secondo me gli addetti al suono sono abituati a regolarlo per le discoteche, le chiese pentecostali, le manifestazioni carismatiche o altro: luoghi in cui tutti gridano e la regola d´oro é mettere sempre il volume al massimo. Piú baccano c´é, piú bella é la funzione. I suonatori e cantori incaricati di far cantare la gente, sempre col microfono in bocca, sono contentissimi: a loro piace deliziare i timpani del prossimo coi loro suoni (e coprono la gente che canta, cosa che non dovrebbero fare). A tutto questo, i condizionatori d´aria aggiungono uno stucchevole rumore di fondo.
Tra parentesi: lo stile del pentecostalismo ha contagiato un pó tutti con la mania di celebrare gridando a squarciagola e in coro. Non é privo di effetto. A forza di grida, riescono a commuovere molti e far loro abbandonare la sigaretta, la birra, l´alcool e la droga. Magari (perché no?) dietro questo rumore c´é anche una grande fede: ognuno prega nel modo che sa, e chi prega ottiene. Io ho constatato che spesso ottengono la liberazione, almeno temporanea, di drogati e alcoolizzati. E non é poco, perché queste schiavitú generano sofferenze indicibili nelle famiglie. É strano che i carismatici, amanti della Bibbia, abbiano votato all´ostracismo perfino il vivo, una bevanda che ha garantito la salute fin dai tempi di Noé, cioé da millenni e millenni. Si urla. Non sembra il grido biblico di Bartimeo che chiedeva “Gesú di Nazaret, abbi pietá di me”, né il grido di gioia di Elisabetta a Maria “Beata te fra le donne”! Quelli erano gridi di voci umane, senza l´altoparlante. Queste, invece, sono a diecimila decibel. Ma chi lo sa? "Nessuno mi puó giudicare, nemmeno tu!", come cantava la Caselli. C´é sempre un imbonitore che cerca nell´agitazione della folla le certezze che non ha, e dá ordini: Gridate con me! Battete le mani! Agitate i fazzoletti! Una volta, durante una messa, c´era un caldo insopportabile, e uno di quelli incitava: “Ripetete con me: Signore Gesú, mandaci il tuo fuoco ad accendere i nostri cuori!” Io, grondante di sudore, mi chiesi in cuor mio se non gli bastava quello che c´era giá....
Com´é diverso, invece, l´ambiente delle comunitá di base. Pacato, compenetrato, semplice e umile. E l´ambiente della nascita di Gesú, il Salvatore. La capanna, gli angeli, Giuseppe e Maria, il Bimbo nella mangiatoia. Il racconto dei Re Magi, che troviamo soltanto nel vangelo di Matteo e non é confermato da nessun documento storico e nemmeno da altri testi biblici, é tuttavia molto suggestivo per i suoi simbolismi. Parlava, e parla ancora oggi, al cuore della gente di ogni cultura (esclusa, forse, la cultura moderna razionale e scientifica). Tre misteriosi saggi orientali che, scorgendo in una stella il segno della nascita del grande re salvatore del mondo annunciato dai profeti, la seguono. Arrivano a Gerusalemme da stranieri. Proprio a loro, che avevano compiuto un viaggio lungo e faticoso per incontrare e adorare il Messaggero di Dio, sono costretti a venire a trattativa con chi lo cercava per ucciderlo. Essi portano doni di vita, oro e profumi pregiati. Erode cova progetti di morte e tenta di servirsi di loro per portare a termine il suo delitto. Tuttavia la loro fede, sempre in ascolto dei messaggi di Dio, li salva. É una parabola universale che vale anche per il nostro tempo. Il popolo brasiliano, che ai tempi della colonia viveva isolato nelle campagne con poche occasioni di contatto con la pratica cattolica ufficiale, ha costruito una sua liturgia popolare che é ancora pienamente in voga sfidando la modernitá e post-modernitá. Ogni micro-regione ha i suoi “foliões”, specie di sacerdoti popolari che si tramandano il ruolo di padre in figlio, e vanno per intere settimane di casa in casa, a cantare la storia dei Magi e annunciare la nascita di Gesú. Vanno a ruba tra le famiglie per accaparrarseli e offrire, a loro e alla folla, l´occasione di una grande festa. C´é confusione anche lí, ma é roba autentica, umana, che trabocca dai cuori e non é un prodotto artificiale.
I magi, e le comunitá di Matteo che per prime hanno diffuso questa tradizione, andavano a piedi o a dorso di animali, non avevano la luce elettrica e si comunicavano solo a viva voce. Quando guardavano il cielo, facevano congetture. Vedevano stelle e pianeti fissi da sempre e per sempre. Il piú piccolo movimento, anche quello di una cometa, lo interpretavano come una Parola di Dio. Credo che fossero piú di noi vicini alla veritá, ma su un piano diverso dal nostro. Noi guardiamo poco le stelle, e le interpretiamo secondo le ipotesi scientifiche che sono in circolazione ai nostri giorni. Ci sono voluti miliardi di anni prima che la Terra arrivasse ad avere giorni di 24 ore. Quando la luna si staccó dalla terra, circa due miliardi di anni fa, il suo giro di rotazione attorno a sé stessa cominció a rallentare. Prima di allora, per piú di due miliardi di anni aveva ruotato alla velocitá di 6 ore al giorno. Nonostante questo approccio diverso ai misteri astronomici o astrologici, per noi é ancora piú facile prendere coscienza di quanto é piccolo il nostro spazio, corto il nostro tempo, e di quanto siamo effimeri di fronte a questo Universo. Basterebbe l ´urto di un meteorito di alcuni chilometri di diametro per farci scomparire. E il nostro modo di vivere si sforza di accelerare il piú possibile la distruzione. Energia, minerali, monoculture, inquinamento, hanno consumato la Terra negli ultimi 50 anni piú che in tutte le decine di migliaia di anni precedenti. Perció, di fronte al mistero del Creatore di questo mondo che si é interessato di noi e si é fatto trovare a giacere in una culla nella fragilitá di un neonato, dovremmo essere ancora piú sorpresi e grati: perché é venuto a illuminarci la via della salvezza. La gente lo sente, e per questo il periodo di Natale é ancora quello piú sentito dai popoli. Ci fa molto bene adorare Gesú e seguirlo come fecero i Magi, come luce nelle tenebre del mondo.
Per finire vi informo che nella cittá di Juazeiro do Norte, da oggi fino a sabato prossimo, sono riunite circa 4 mila persone rappresentanti delle Comunitá ecclesiali di base del Brasie. É il 13º incontro nazionale. Juazeiro é cittá del Nordest, la cittá di Padre Cícero, considerado un santo da tutti i nordestini. Se qualcuno riesce a trovare informazioni su questo personaggio rimarrá gradevolmente sorpreso. Un santo canonizzato e invocato dal popolo e ignorato da Roma, dove é ancora in corso il suo processo di beatificazione. Morto e passato a miglior vita nel 1934 all´etá di 90 anni.
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