1 ottobre 2012
DANZANDO COI LUPI
Sulla statale GO70 (per Goiania) hanno costruito un viadotto che conduce da niente a niente. Nel mezzo delle due piste hanno eretto chilometri di pali su cui, chissá quando, saranno installate lampade. Tutto in attesa che arrivi la ferrovia nord-sud, che secondo i progetti unirá Belém do Pará alle ferrovie giá esistenti che conducono ai porti di Santos e Paranaguá. Trasporteranno minerali e prodotti agricoli degli Stati di Amazonas, Pará, Amapá, Maranhão e Goiás. Niente vetture per passeggeri. Il futuro é dell´economia, non degli esseri umani. I suddetti porti, a loro volta, saranno messi in collegamento con quattro paesi: Argentina, Paraguai, Bolivia e Cile, con un progetto ancora di lá da venire che dovrá attraversare, tra l´altro, la Cordigliera delle Ande. Per ora accontentiamoci di questa foto che preannuncia um avvenire di cementificazione che é giá cominciato da molto tempo.
E nella foto seguente potete vedere cosa sono andato a fare a Goiania.
Padre José Cobo, prete spagnolo di Cuiabá (Mato Grosso), ha predicato gli esercizi spirituali a noi, clero della diocesi di Goiás, da lunedí 24 a giovedí 27/09. Ha preso come tema “essere preti nel modo di Gesú”. Padre Cobo é um formatore di preti, rettore del seminario della sua diocesi (Rondonópolis) e assessore della Conferenza Nazionale dei Vescovi Brasiliani (CNBB). Ascoltarlo e parlare con lui é un godimento. “I miracoli di oggi sono le santitá comuni, che si incontrano ad ogni passo” – ha detto Padre Cobo. “Gesú non evangelizzava con lunghi discorsi, ma chiacchierando con la gente”. “Dove passava faceva rinascere la vita: il cieco, la samaritana, Maria di Magdala, l´adultera, il sordo che balbettava, recuperavano la loro dignitá”. “Non incontro Gesú nel Tabernacolo se prima non lo riconosco nei poveri”.
E poi c´é un pezzo che mi ha impressionato piú di tutti ma non l´ho scritto. Lo trascrivo ora, ricordandolo a senso.
Nei pressi di Cafarnao, seduti sulle loro barche accanto alla riva, tre pescatori rassettavano le reti. Un giovane di passaggio chiese:
“Come va la pesca, oggi?”
“Male. Puoi vedere tu stesso. Abbiamo preso solo quei pochi pesci lí. Ce n´é al massimo per un giorno” – gli rispose il piú anziano.
“Ma tu chi sei? Da dove vieni? Stai cercando lavoro?”
“No, no, passavo per caso e chiedevo solo per curiositá. Vengo da Nazaret e mi chiamo Gesú”.
Risero tutti come se fosse una battuta, e commentarono: “Da Nazaret? Allora non sai fare proprio niente. Sei nel posto sbagliato. Non puoi nemmeno aiutarci a rassettare le reti”.
“Sono carpentiere. Sono abituato a fare un pó di tutto. Ma voi, come mai avete pescato cosí poco? Non c´é il clima adatto?”
¨Il rabbino, nella Sinagoga, dice che Dio ci castiga perché siamo peccatori. Siamo impuri. Dimentichiamo di lavare le mani prima di mangiare. Paghiamo in ritardo le decime. Non rispettiamo sempre il sabato...” – disse uno dei due giovani.
L´altro giovane rise.
“Come ti chiami?” – chiese Gesú all´anziano.
“Pietro” – rispose.
“Pietro, tu ci credi che sia un castigo di Dio?”
“Se lo dice il Rabbi, sará vero”.
“Sei sposato? hai dei figli?”
“Ne ho cinque. Tre maschi e due bimbe, ancora piccole”.
“Se uno di loro ti chiede un pezzo di pane, tu gli dai una pietra? E se la bimba ti chiede un uovo, le dai uno scorpione?”
“Sei impazzito? No di certo”.
“Se voi che siete impuri date cose buone ai vostri figli, come potete pensare che il Padre che é nei cieli maltratti voi, che siete figli suoi? – interpelló Gesú a bassa voce, fissando Pietro negli occhi.
Pietro, a sua volta, fissó il suo sguardo negli occhi di Gesú, mentre pure i due piú giovani lo stavano scrutando in silenzio, e disse: “Hai detto che sei un carpentiere? Ah, va bene, se lo dici tu! Ora, peró, andiamo tutti a casa mia a mangiare un boccone, e tu vieni con noi. Voglio fare una chiacchierata con te”.
Dopo gli esercizi, il 30 settembre, abbiamo celebrato la festa della Comunitá di Base. Per l´occasione mi hanno fatto rispolverare vecchie foto ed é venuta fuori questa in cui mi trovavo, giovane capellone, in mezzo a un gruppo di lavoratori rurali che stava offrendo una giornata di lavoro a un compagno per togliere le erbacce dalla piantagione di arance. Ricordi di passione per la solidarietá in nome di Gesú. Bei ricordi. “Chi vi dará da bere un bicchiere d´acqua perché siete di Cristo, non rimarrá senza ricompensa” (Marco 9, 41, vangelo del giorno). La solidarietá é il modo di scacciare i demoni in ogni epoca.
E a proposito del Vangelo di domenica scorsa, contiene alcune frasi violente che rispecchiano scelte drammatiche in cui ci imbattiamo in ogno tempo. “Se il tuo occhio ti scandalizza strappalo...” (Marco 9, 43-48). Non é necessario strapparsi gli occhi o tagliarsi le mani e i piedi. In molte situazioni o collabori all´ingiustizia e al crimine almeno col tacito consenso, o ti rendono la vita impossibile. Tanti scandali, sopraffazioni e violenze, sempre piú frequenti in tutto il mondo, accadono per questo: i disonesti possono fare affidamento sulla paura degli onesti. I quali, per paura, danzano coi lupi, come diceva il titolo di um famoso film. Danziamo coi lupi per non essere sbranati, e cosí i lupi dominano il mondo.
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