15 maggio 2012

ARRIVEDERCI AD AGOSTO

Foto: sono affezionato a questa piantina che una signora mi ha regalato ed io ho fatto crescere davanti a casa. Nessuno sa il nome. Un premio a chi lo indovina. É in fiore tutto l´anno.
L´orizzonte mondiale é assai fosco: quá si combatte con le armi, lá si muore di fame e sete. Da un lato salgono al cielo i lamenti per la violenza delle tasse, dall´altro si vive nel terrore di un assalto a mano armata. Altrove, ancora, le borse che crollano e lo spread che va su e giú decidono se la gente deve vivere o suicidarsi! Terrorismo, delinquenza comune, corruzione spudorata. Quí da noi siamo assediati dalla violenza. Quasi ogni giorno abbiamo casi di vicini, conoscenti e amici accoltellati, sequestrati per ore sotto la minaccia delle armi, derubati per strada. Di notte, le nostre strade di campagna, polverose e dissestate, che percorro da decine di anni per le consuete visite e celebrazioni nelle comunitá rurali, mettono paura. Qualsiasi accoppiata di motociclette o anche solo una macchina ferma fanno sospettare un´aggressione. E in píú, ogni giorno vengono a galla nuovi casi di corruzione e depredazione del denaro pubblico. In Goiás un certo Cachoeira, che gestisce giochi illegali “mangiamonete” nei locali pubblici, ha coinvolto Demostenes, il deputato statale piú votato alle ultime elezioni, che tutti ritenevano uno dei rari parlamentari onesti. Molti di quelli che conosco hanno votato per lui. Il crollo di credibilitá e la desolazione sono impressionanti. Ed ora corre voce che lo stesso governatore, Marconi Perillo, é protagonista di almeno duecento intercettazioni di telefonate con questo bel tipo.
É sconfortante questa marea nera che ci trascina. Ma la vita quotidiana continua discretamente serena e tranquilla. Forse siamo dentro ad una specie di guerra mondiale in sordina, ma io che sono nato nel 40 dico a me stesso: “Bella grazia che non ci piovono in testa cannonate e bombardamenti aerei”.
Per ultimo, il gruppo dei ruralisti in parlamento ha ottenuto l´approvazione di un nuovo Codice Forestale che potrebbe essere chiamato “legge contro la foresta”. I latifondisti, che da sempre si credono padroni del mondo, ridono alla faccia del mondo intero. Leggete cosa scrive il monaco Marcelo Barros in un articolo pubblicato su Adital: “Quando mancano meno di due mesi alla conferenza ONU a Rio de Janeiro sui cambiamenti climatici (Rio 92+ 20), la Camera Federale ha approvato una legge contro la protezione delle foreste, boschi fluviali e sorgenti, che meriterebbe il nome simbolico di “legge della moto-sega”. Ironicamente i legislatori preferiscono chiamarla “codice forestale”. (...) Siccome molti del legislativo sono proprietari rurali, essi hanno legislato in beneficio proprio riducendo le aree di protezione ambientale da 30 a 10 metri dalle rive dei fiumi, si sono tolti l´obbligo di preservare la cima e i fianchi delle colline e hanno liberato le lagune all´installazione di allevamenti di gamberetti. Inoltre la legge concede l´amnistia a tutti i disboscatori che ora non dovranno piú pagare una multa per i disboscamenti illegali. In un articolo pubblicato su vari giornali del paese un giornalista ha commentato che questa decisione é stata coerente con la composizione del potere legislativo. (....)
Con questo post chiudo un periodo del mio blog, e interromperó la pubblicazione almeno fino ad agosto, quando si completeranno cinque anni esatti della mia presenza ad Itaberaí da quando sono ripartito da Maserno (23 agosto 2007). E non voglio chiuderlo solo con questo quadro grigio e minaccioso degli eventi, perché tutto sommato, questi cinque anni che ho speso quí sono stati belli e interessanti.
Di fatto non si é realizzato esattamente ció che avevo immaginato. Volevo dedicarmi a un solo quartiere, ma il sogno si é dimostrato inadeguato alla realtá. Nominato, invece, vicario parrocchiale, ho avuto la possibilitá di servire la gente e sentirmi utile. Forse non potete immaginare la gioia che si prova a fare la spola in una rete di piccole comunitá urbane e rurali che si conoscono da piú di 40 anni, e riconoscerne la crescita. Trovare ovunque persone (laici e laiche) che sono autentici testimoni e missionari, alimentati dalla Parola di Dio e affezionati alla loro comunitá a cui si dedicano intensamente. Quarant´anni fa nemmeno ce li sognavamo, o meglio, li sognavamo soltanto...ma che fatica uscire da secoli in cui la vita ecclesiale era ridotta quasi alla sola amministrazione di sacramenti e solamente il prete aveva un ruolo attivo. Oggi comincia ad essere, davvero, Popolo di Dio, pur mancando ancora molto.
Sono venuto di mia iniziativa, col consenso ma senza un invio ufficiale e solenne. Sono tuttavia molto contento perché il Signore mi ha aperto la strada. Mi sento in diritto di credere che é stato lo Spirito Santo ad ispirarmi, perché sono partito per servire il Vangelo e non per un capriccio o un´avventura, come forse alcuni pensano. Nel mio piccolo (e con una buona dose di ironia) interpreto l´assenso di allora, forse controvoglia, del Vescovo, come simile a quello del capitolo 15 degli Atti degli Apostoli. Fu quando Pietro e la comunitá di Gerusalemme non erano molto del parere di concedere il battesimo ai greci e romani che non accettavano le tradizioni del giudaismo, ma di fronte alle pressioni di Paolo e degli eventi si rassegnarono: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporre su di voi nessun peso....” (Atti, 15, 28). Non me lo ha imposto, infatti. E poi non é che per il battesimo siamo tutti chiamati e inviati?
Il Brasile non é piú di moda. Molti dicono: “Se dovessi scegliere una missione oggi, andrei in Africa”. É comprensibile. Tuttavia questo tipo di missione é ovunque. Attualmente, forse piú in Italia che altrove. É inutile, quindi, porsi il problema da questo punto di vista. Certo é che il Brasile, per molti aspetti, é ancora un grande laboratorio mondiale della missione della Chiesa. Uno dei piú promettenti di ricco contributo alla missione di Cristo attraverso la Chiesa. La Diocesi di Goiás, nonostante tutti i limiti, cerca ancora la fedeltá al Vaticano II, alla scelta dei poveri, ad un avvicinamento sempre piú intenso al Vangelo nell´annuncio e nella testimonianza di vita, alla ricerca di una liturgia viva e di una pastorale di Popolo di Dio. La comprensione e il consenso della gente non sono ancora univoci né di dominio di massa, ma arrivano giá da una parte consistente dei cattolici fedeli. C´é gioia e affiatamento. Quello che riusciamo a mettere in pratica é assai meno di ció che desideriamo, ma lo sforzo c´é. Anzi, direi che in questo anno 50º del Concilio e dopo la nostra 19ª Assemblea Diocesana si respira aria di risveglio. In queste condizioni, é un piacere sentirsene parte. Da parte mia vedró per quanto tempo potró ancora permettermelo senza diventare un peso. Un saluto ai lettori e arrivederci ad agosto, se ci saremo.

1 commento:

  1. Nós Itaberinos é que agradecemos a Nosso Senhor por sua vinda para Itaberaí, na qual pude compreender que ser missionário é consequir chegar ao coração do outro atravéz da palavrada de Deus. Sei que o senhor escreveu este blog para os irmãos italianos mais sem querer acabei descobrindo e hoje graças ao tradutor com sigo também fazer parte das suas experiências. Sei também que o senhor vai permanecer aqui mais uns bons longos anos.
    Mariana

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