14 aprile 2012
LIGHT AND SOFT
Un bilancio della settimana santa in parrocchia? Calo delle celebrazioni piú tradizionali e di massa, come la processione del “Cristo Morto” la sera del venerdí, che fino a 20 anni fa riuniva migliaia di persone. In aumento, invece, le celebrazioni piú impegnative e tradizionalmente meno frequentate: la messa dei malati (il martedí santo), la Cena del giovedí santo, l´adorazione della croce il venerdí santo alle 15. Veglia Pasquale stazionaria. Tenendo conto che oggi molte comunitá di periferia e di campagna celebrano il Triduo Pasquale per conto loro anche senza il prete. Complessivamente, dunque, migliora la qualitá, si celebra bene, e diminuisce la “massa”.
Epoca di grandi trasformazioni. Dove va la massa? Nei luoghi turistici: la riva dei fiumi, la chácara in campagna, i parenti nella capitale. Generalmente a fare baldoria. La settimana santa, per molti di loro, é un altro “feriadão”. Ma anche nelle Chiese dei posti di villeggiatura (in alcuni, come a Goiás Velho, i riti sono folkloristici e attraggono una folla anche dalla capitale; in altri, come ad Aruanã sull´Araguaia, celebrazioni lunghissime con tutte le letture complete). Poi ci sono le nuove chiese pentecostali: non hanno la settimana santa, ma pregano, lodano Dio, fanno miracoli. Dobbiamo piangere sulla perdita dei “grandi valori del passato” come fa qualcuno? Valori discutibili, se é bastato avere una macchina e uno stipendio migliore per spazzarli via. In passato il battesimo era d´obbligo, non c´era la tivú, non c´erano tante alternative. Oggi chi vuole essere cristiano e cattolico deve scegliere un cammino di vita e aggregarsi ad una comunitá. Non é male.
Cosa ne dite? Il futuro non si sa. Prenderemo quello che viene. E di passato, nonostante tutto, ce n´é ancora tanto! Siamo in una fase di passaggio. Ad esempio c´é ancora il battesimo dei bimbi talvolta preso un pó alla leggera. L´altra sera ho battezzato un bambino, in campagna, di una famiglia che non conoscevo. Ho chiesto ai genitori, giovanissimi: “Dove vi siete sposati?” “Non ci siamo sposati, stiamo insieme”. “Nemmeno al civile?” “Nemmeno al civile”. “Che intenzioni avete?” “Speriamo di sposarci, prima o poi!” “Che cosa aspettate?” “Di vedere se il rapporto va bene”. (Sono giá al secondo figlio). “Frequentate la comunitá, la messa?” “Ogni tanto”. “Vi assumete la responsabilitá di educare i bimbi alla fede?” La signora(ina) ha risposto con fermezza: “Senza dubbio”, ma il ragazzo non ha detto né sí né no: che equivale a un no. Bambini che vivranno una quindicina d´anni in una famiglia senza mai udire una parola di vangelo, e se incontreranno la fede in una Chiesa evangelica diranno: “Adesso mi sono consegnato a Gesú”.
Dedicheremo la settimana prossima a studiare, con gli animatori laici delle comunitá, pastorali e movimenti, il piano pastorale elaborato nell´Assemblea Diocesana di novembre. Arduo compito. É una proposta complicata nel contesto attuale, come ho giá avuto occasione di commentare. Ma é una sfida da raccogliere pensando a seminare per il futuro. I cattolici sensibili all´impegno sociale sono dispersi, ma ci sono. La piazza é piena di discepoli, predicatori, intercessori e servi di Dio del rinnovamento carismatico. Uno di loro, mentre pranzavamo, mi ha convinto (o ha tentato) che in principio l´uomo viveva nel paradiso terrestre, poi ha peccato mangiando una mela e ha perso tutto. Studiano all´Universitá, ma per loro scienza e fede non hanno punti di collegamento.
Il viaggio del papa in America Centrale non ha avuto ripercussioni sulla stampa di questi paraggi. Ho visto solo un articolo di Frei Betto, frate domenicano, bblicato su Adital. Il frate domenicano ha fatto un commento alla frase di Benedetto XVI durante il viaggio recente in Messico e Cuba: “Il marxismo oggi é inutile”. Osserva: “Accettare che il marxismo secondo l´ottica di Ratzinger sia lo stesso marxismo secondo l´ottica di Marx sarebbe come identificare il cattolicesimo con l´Inquisizione. Si potrebbe dire, oggi: il cattolicesimo non é piú utile. Perché non si giustifica piú mandare donne ritenute streghe sul rogo né torturare sospetti di eresia. Ora, fortunatamente, il cattolicesimo non puó essere identificato con l´Inquisizione e nemmeno con la pedofilia di preti e vescovi. Ugualmente, il marxismo non si confonde coi marxisti che lo utilizzarono per disseminare il terrore e soffocare la libertá religiosa.
“Il capitalismo, quello sí, non é piú utile” scrive Betto. “poiché ha promosso la piú accentuata disuguaglianza tra la popolazione del mondo; si é impadronito delle ricchezze naturali di altri popoli; ha sviluppato il suo volto imperialista e monopolista; ha centrato l´equilibrio del mondo negli arsenali nucleari; e ha disseminato l´ideologia neoliberale che riduce l´essere umano a puro consumista sottomesso all´incantesimo della mercanzia. Oggi il capitalismo é egemonico nel mondo. E di 7 miliardi di persone che abitano il pianeta, 4 miliardi vivono sotto la linea della povertá e 1 miliardo e 200 milioni soffrono fame cronica. Il capitalismo ha fallito per i 2 terzi dell´umanitá che non ha accesso a una vita dignitosa. Dove il cristianesimo e il socialismo parlano di solidarietá, il capitalismo ha introdotto la competizione; dove parlano di cooperazione, esso ha introdotto la concorrenza; dove parlano di rispetto della sovranitá dei popoli, ha introdotto la globocolonizzazione”. “LA Chiesa Cattolica, molte volte, é connivente col capitalismo perché questo la copre di privilegi e le garantisce una libertá che é negata, dalla povertá, a milioni di esseri umani”.
“L´arcivescovo cattolico di Monaco, Reinhard Marx, ha lanciato, nel 2011, um libro intitolato “Il capitale” – un legato a favore dell´umanitá”. "Marx non é morto ed é necessario prenderlo sul serio", ha detto il prelato in occasione del lanciamento dell´opera. "Bisogna confrontarsi con l´opera di Karl Marx, che ci aiuta a capire le teoria dell´accumulo capitalista e il mercantilismo. Questo non significa lasciarsi incantare dalle aberrazioni e atrocitá commesse in suo nome nel secolo ventesimo”.
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