15 novembre 2011
SPREAD, BOND, APOCALISSE
Foto: frutto di stagione. Il pequi (Caryocar brasiliense; Caryocaraceae) é un albero tipico del cerrado brasiliano. Il frutto, benché molto utilizzato in cucina nel nordest, é considerato piatto forte in Goiás. Dal esso si estrae un olio, ma i suoi frutti sono consumati anche cotti assieme a riso e pollo. Il suo nocciolo é dotato di molte spine all´interno, per cui bisogna roderlo senza affondare i denti. É ricco di vitamine A, C e E, e di sali minerali (fósforo, potássio e magnésio) e ancora di carotenoidi che evitano la formazione di radicali liberi, prevenendo tumori e sviluppo di malattie cardiovascolari.
Oggi, 15 novembre, quí in Brasile é festa nazionale: si commemora la proclamazione della Repubblica Federativa del Brasile, nel 1889. Sono quelle feste in cui noi preti non abbiamo impegni. Io mi faccio sempre prendere alla
sprovvista. Ma i giorni di festa possono essere utili anche per "andare per pequi!". É simile ad andare per funghi, col vantaggio che il cerrado é un bosco assai piú accessibile e le piante di pequi si vedono da lontano. Perfino le qualitá del pequi imitano quelle dei funghi: gusto, aroma, e molti nutrienti.
Le dimissioni di Silvio Berlusconi in Italia fanno notizia in tutto il mondo. É considerato un ritorno dell´Italia nella normalitá democratica.
Permettiamoci un pizzico di soddisfazione. Tuttavia c´é chi fa osservare che
nel mondo, oggi, la normalitá democratica non é molto democratica: non sono
i popoli a dettare legge, ma i signori della finanza. Lo sostiene David
Brooks, corrispondente del giornale La Jornada nos EUA, in un articolo dal
titolo "Stati uniti, democrazia solo di nome", tradotto e pubblicato dal
sito Adital.
"Negli Stati Uniti, il denaro é concentrato in mano di pochi e questa distribuzione di redditi e ricchezza "minaccia di farci diventare una
democrazia solo di nome", avverte l´economista Premio Nobel Paul Krugman. "I
nostri politici sono poco piú che lavatori di denaro nel traffico del potere
politico; a poco meno di sei gradi di distanza dallo spirito e dalle
tattiche di Tony Soprano", afferma il grande giornalista veterano Bill
Moyers. Aggiunge che "non é mistero per nessuno il perché il Parco Zuccotti
(Piazza della Libertá) é pieno di folla. I giornalisti continuano a
strapparsi i capelli e a chiedere 'perché stanno qui?'. Tuttavia, é chiaro
che stanno occupando Wall Street perché stanno occupando il paese".
"Portiamo avanti elezioni sapendo che é poco probabile che produrranno le
politiche che la maggioranza degli statunitensi favoriscono. Ci esprimiamo,
scriviamo, avvochiamo; peró quelli che sono al potere si mantengono sordi e
ciechi alle nostre aspirazioni piú profonde. Sollecitiamo, insistiamo, e
perfino preghiamo, ma il mondo, che é la nostra terra comune e dovrebbe
essere passato in buone condizioni alle prossime generazioni, continua ad
essere saccheggiato" dichiara Moyers. Le maggiori banche sono ancora piú
gigantesche oggi di quando Obama arrivó alla presidenza e stanno recuperando
i livelli di utili di cui godevano prima della recessione del 2008, mentre
le case finanziarie di Wall Street sono riuscite a generale piú utili nei
primi due anni e mezzo di Obama che durante gli otto anni di presidenza di
George W. Bush, ha divulgato il Washington Post in questo fine settimana".
Suppongo e immagino che, nonostante le dimissioni di Silvio, politica-economia-finanza continueranno per la loro strada fino alla rovina. La situazione evoca immagini apocalittiche: "E adorarono il Dragone che aveva dato il potere alla Bestia; e adorarono la Bestia dicendo: "Chi é come la Bestia? E chi potrá lottare contro di essa?" (Apocalisse, 13, 4). "E fará in modo che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, abbiano un segno nella mano destra o sulla loro fronte; e che nessuno possa comprare o vendere se non colui che ha il segno o il nome della Bestia, o il numero del suo nome" (Apocalisse, 13, 16-17).
Ragion per cui, a noi vengono buone le parole di un anonimo del secolo II che erano nell´ufficio divino di questi giorni: "Rimaniamo, dunque, giusti e santi nella nostra fede e preghiamo con fiducia in Dio che affermó: "Non avrai ancora finito di parlare che io ti risponderó: "Eccomi quá..."
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