12 agosto 2010

ITALIA DI VACANZE...E DI EMERGENZA ETICA

Foto: vi propongo due foto di una visita al prete operaio don Luisito Bianchi, autore del bellissimo romanzo "La messa dell´uomo disarmato". Una visita di quelle da cui si impara e che lasciano il segno. L´ho fatta su invito del gruppo di persone che vedete nella basilica di Chiaravalle, intenti a osservare gli affreschi del soffitto.

Ben ritrovati. Eccomi, sono di nuovo in sede e riprendo il blog. Sono arrivato ieri, e ho giá partecipato ad una vivacissima celebrazione liturgica di massa con una riflessione sul vangelo del samaritano. Quando si arriva in Brasile si entra in un clima religioso e di impegno sociale, anche se di questi tempi, sul piano pratico e spicciolo, non mi sembra che si faccia molto. Resta peró viva, in una parte consistente della comunitá parrocchiale, la tensione verso la formazione di una coscienza comunitaria, solidale e samaritana, alla giustizia e a vivere la fede in Dio come Padre di tutti.

Vacanze lunghe, di quasi due mesi. Il doppio del mio solito. Senza nessun momento di noia, che per me é un miracolo, perché di solito le vacanze dopo un poco mi stancano. Un miracolo come quello denunciato da Famiglia Cristiana nell´editoriale in edicola giovedì 5 agosto: "Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti. Stupisce la mancata indignazione della gente".

C´é una parentela stretta tra l´uno e l´altro di questi miracoli, perché io ho passato vacanze felici da italiano medio, lontano dalla politica e dalle informazioni, quindi dalla tragedia degli immigrati clandestini perseguitati o ricacciati in Libia, dai lavoratori che hanno perduto o stanno perdendo il posto di lavoro, da coloro che hanno dovuto tagliare dal bilancio familiari non solo le ferie ma anche spese di prima necessitá. Lontano da tutte quelle zone d´ombra nelle quali si nascondono le sofferenze dei poveri. L´Italia é fatta cosí, ti avvolge e ti seduce, in modo tale che non incontrerai mai quelli che soffrono se non vai a soffrire con loro. Ferie da privilegiato, insomma. Ma forse una vacanza ci vuole, per apprezzare le cose buone della vita. Credo che goderne sia un altro modo per lodare il Creatore. E poi la sofferenza, sotto forma di malattia, l´abbiamo sempre vicina: dentro casa e perfino dentro di noi. Peró stiamo attenti a non lasciarci addormentare.

A parte questo, è un paese bellissimo! Ci sono tante località e angolini senza nessuna fama, ma incantevoli. Qualunque posto di passaggio possiede secoli di storia da raccontare. In montagna il clima è ameno e l’aria estiva è di una leggerezza forse unica al mondo. Senza parlare della cucina e degli appennini modenesi che mozzano il fiato a noi vecchietti, sia per i polmoni non più allenati a salite così dure, sia per l’emozione ininterrotta di nuovi paesaggi.

E per forza non mi sono annoiato. I familiari mi hanno accolto com calore. Ex parrocchiani mi hanno fatto passare serate deliziose. Ex ragazzi di San Faustino, che erano ormai ricordi di gioventù, sono riemersi dal passato per passare la será com me. Amici mi hanno circondato di attenzioni. Alcuni mi hanno condotto a fare visite interessanti e mi hanno rieducato, poco a poco, alle lunghe camminate in montagna, rimettendo in sesto le gambe e il físico debilitato dalla dengue, vecchio ricordo ormai. A tutti va il mio piú vivo e doveroso ringraziamento. Non ho fatto lunghi viaggi, e ho lasciato perdere anche le due gite alle Dolomiti e ad Assisi che un tempo mi erano sacre, ma il poco è bastato per lasciarmi pieno di ammirazione.Sono stato contento soprattutto di essere stato un pó piú vicino al fratello e alla sorella che hanno problemi complicati di salute: questo era stato anche lo scopo per cui avevo prenotato vacanze piú lunghe.

Per tutto questo bene gli italiani dovrebbero ringraziare Dio ogni momento. Suppongo che lo facciano nel segreto, come insegna in Vangelo: in cuor loro o nascosti nella cameretta. Nelle chiese ho visto poca gente, e fuori non li ho visti mai pregare. Mi pare che in Italia la fede sia sentita come una cosa del tutto intima, privata, da proteggere col pudore: é più comune udire parole di spregio e bestemmie che preghiere e benedizioni (peró va detto che gli italiani bestemmiano meno di una volta).

Mia sorella dice che gli italiani sentono il bisogno di Dio e non hanno perduto la fede, ma l´amore per la Chiesa. Spero che sia cosí. Tuttavia vorrei dirvi che la Chiesa siamo tutti noi, e abbiamo bisogno di vivere come Chiesa e non come cani sciolti. Sicuramente Cristo é piú presente e piú vivo quando si riunisce una comunitá di discepoli per riascoltare la Parola, condividerla, e celebrare l´Eucaristia che Gesú ci ha lasciato "in sua memoria". Senza questo si rischia di perdere la memoria.

In compenso la maggior parte delle persone che ho incontrato mi sono parse preoccupate di agire onestamente e dotate di senso di giustizia e magnanimità. Pagano i debiti, contribuiscono generosamente a tutte le opere sociali, soccorrono chi è nel bisogno, aiutano i vicini e, all’occorrenza, sono solidali quando qualcuno è colpito da disgrazie o calamità. Senza lasciarsi troppo coinvolgere dalle pene altrui e senza rinunciare alla voglia di vivere, generalmente la gente ha conservato, a modo suo, la fedeltà a Dio attraverso le attenzioni al prossimo. Forse questo rispecchia il richiamo del profeta: non amo i vostri digiuni e sacrifici, non so che farmene delle vostre preghiere, voglio giustizia e non sacrifici. Però, permettetemi di dirlo: um’assenza cosi esplicita di preghiera e di conversazioni su Dio mi há fatto impressione e mi há suscitato perplessitá. Anche perchè di ingiustizia, disuguaglianza e disprezzo verso i poveri ne rimane ancora una quantità enorme e senza una attenzione più profonda alla Parola di Dio non so come il paese potrà fare il salto di qualità.

In Italia c´é una fetta di Chiesa che continua a "recitare" le preghiere e "ascoltare" o "assistere" la Messa per tradizione, ma non vuole cambiare niente per renderla piú vera e appetibile a chi non si sottomette al regime della "congregazione". In questo pezzo di Chiesa ci sono persone esemplari per molti aspetti, ma di solito i laici sono poco laici e il clero dá poco spazio ai laici. Un´altra fetta di Chiesa vive la fede per conto proprio. Un´altra ancora, forse quella piú altolocata (si fa per dire, perché nella Chiesa di Cristo abbiamo tutti la stessa altezza) sembra agire secondo la carne. Intendo dire che si preoccupa piú di assicurarsi un posto a tavola coi ricchi e potenti che di vivere da figli di Dio e lottare perché venga il suo Regno, cosí in terra come in cielo. Leggo sui giornali: i funerali del martire Mons. Luigi Padovese sono stati snobbati dalla dirigenza Cei e Vaticana. C´é chi dá la vita e chi...ci fa sopra i suoi conti? Speriamo di no. In un articolo si cita che Mussolini entró nella seconda guerra mondiale perché gli servivano alcune centinaia di cadaveri da gettare sul tavolo dei vincitori, per ottenere la sua parte di "merito".

Famiglia Cristiana, nel numero sopra citato, scriveva: "La questione morale agita il dibattito politico dal lontano 1981, da quando cioè – undici anni prima di Mani pulite – l’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, ne parlò per primo. La Seconda Repubblica nacque giurando di non intascar tangenti, di rispettare il bene pubblico, di debellare malaffare e criminalità. Bastano tre cifre, invece, per dirci a che punto siamo arrivati. Nel nostro Paese, in un anno, l’evasione fiscale sottrae all’erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non di più.

Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti. Quel che stupisce è la rassegnazione generale. La mancata indignazione della gente comune. Un sintomo da non trascurare. Vuol dire che il male non riguarda solo il ceto politico. Ha tracimato, colpendo l’intera società. Prevale la “morale fai da te”: è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati. Il “bene comune” è uscito di scena, espressione ormai desueta. La stessa verità oggettiva è piegata a criteri di utilità, interessi e convenienza".

A tutto questo, e al peccato, se é vero, di una parte di Chiesa che cerca amici tra i "fruitori finali" di questo andazzo, noi diciamo "no" e preghiamo: "Signore, perdonali, perché non sanno quello che fanno". Forse lo sanno, ma hanno perduto la capacitá di valutarne la gravitá. La Chiesa deve restare accanto ai poveri e sostenere le loro lotte. Ha il compito di svegliare gli italiani perché scendano in piazza non solo contro l´aborto e l´eutanasia, ma contro il massacro della giustizia e della moralitá. E noi, che siamo Chiesa, non dobbiamo solo brontolare ma organizzarci e organizzare lavoratori, immigrati e poveri di ogni specie per difendere e promuovere la vita, in tutti i suoi aspetti, ricordando che Gesú Cristo é venuto tra noi per aiutarci a vivere fino alla pienezza della vita. La salvezza cammina a partire dai poveri.

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