2 maggio 2010

LA VITTORIA É CERTA

Foto: immagini delle piú recenti messe in due comunitá rurali (Corrego Branco e Pastinho).

"la vittoria é certa!"

Dicono che sia una frase del teologo tedesco Bonhoeffer. L´avrebbe scritta quando era rinchiuso in un campo di concentramento nazista. Parole che sono una esplosione di fede pasquale, ispirata dalla morte e resurrezione di Gesú Cristo, il Giusto, che sentiva vicino a sé in quella situazione apparentemente disperata. Equivalgono a quelle, parafrasate dal Libro della Sapienza, "il giusto é immortale", che ha titolato uno dei miei post anteriori. E rievocano la beatitudine: il perseguitato per la giustizia appartiene giá, fin d´ora, al Regno dei cieli. Le forze del male non vinceranno!

É uscito, fresco di stampa, il libretto di preparazione alla "Romaria dos Mártires" della Diocesi di Goiás, che avverrá il 23 ottobre prossimo nella cittá di Carmo do Rio Verde. Contiene una breve storia di Nativo da Natividade, che traduco per voi (é scritto un pó maluccio, ma avrete pazienza: i lavoratori rurali non sono tutti letterati!). É preceduta da una lista di quasi 60 vittime assassinate in questa Diocesi e nel resto dello Stato di Goiás, negli anni 70-80, per la causa della giustizia. Tre solo ad Itaberaí. Molti di loro, probabilmente, non avrebbero nemmeno saputo verbalizzare il loro sentimento di coraggio e il loro dono di sé che li identificava con Gesú crocefisso: non erano teologi come Bonhoeffer, ma lavoratori dei campi. Alcuni, puó darsi, non erano tanto sicuri della loro fede.Tuttavia le loro vite e le loro morti parlano, e l´annuncio é il medesimo, pasquale. Siamo ben lontani dall´atteggiamento passivo di tanti che predicano la rassegnazione: "Sopportate l´ingiustizia, questo mondo e le cose materiale non contano niente. Avrete un premio dopo, nell´altra vita!" Loro hanno sopportato sí, ma per cambiare questo mondo, questa vita, come ha fatto Gesú!

Ai critici e agnostici del nostro tempo non mancano di certo buone ragioni, o pretesti, per mettere in discussione il cristianesimo. Noi stessi, i cristiani, glieli forniamo. In molti ambienti é necessario, probabilmente, ricominciare quasi da capo l´evangelizzazione offrendo una rilettura del "mistero della salvezza" assai piú aderente alla vita reale e piú fedele al Nuovo Testamento. Intanto, peró, molti tra i "piccoli" del Vangelo hanno giá capito e accolto la "rivelazione" nel modo giusto. Non ci sono solo i martiri che versano il sangue. Ci sono i martiri della povertá, delle malattie, delle calamitá, della cattiveria umana. Noi non abbiamo idea di quante persone, quotidianamente, muoiono sopraffatte dal male e risuscitano per la forza di questa fede senza nemmeno rendersi conto di essere portatrici di un´esperienza pasquale. Ne incontro parecchie, quasi ogni giorno, e ogni volta rimango sorpreso della forza che puó dare la fede in Cristo. Se non fossero casi molto personali e delicati ve ne racconterei qualcuno da farvi andare in pelle d´oca. Ma passiamo al testo dei martiri di Goiás.

"Nativo da Natividade de Oliveira nacque a Doresopolis, Minas Gerais, il 20 novembre 1953. Figlio di Benedito Rodrigues de Oliveira e Laurita de Oliveira, fin dalla sua infanzia, Nativo era ammirato dai compagni per la sua capacitá di inventare e costruire i suoi scherzi. Nel 1961, la sua famiglia emigró in Goiás e si stabilí nella fazenda Rainha da Serra, nella zona rurale del comune di Carmo do Rio Verde. Nel 1967, a 14 anni, perdette la madre. Nel 1971 conobbe Maria di Fatima Marinelle, con cui si sposó nel 1972, nella Chiesa Parrocchiale di Uruana. Da questo matrimonio nacquero i suoi due figli: Luciene Rodrigues de Oliveira ed Eduardo Rodrigues de Oliveira.

Nel 1973, Nativo comincia il suo lavoro nelle Comunitá Ecclesiali di Base (Cebs), attuando come catechista nella preparazione dei giovani al sacramento della Cresima. Intorno al 1975, Nativo conosce Dom Tomás Balduino durante una delle celebrazioni del Primo Maggio in una comunitá rurale. Dom Tomás riconosce in Nativo la capacitá di leader e il desiderio di una societá piú giusta per tutti e lo convince a partecipare al movimento sindacale. Assumendo la lotta, egli aiuta nella fondazione del Sindacato dei lavoratori rurali di Uruana, nella forma voluta, in cui i lavoratori rurali erano quelli che comandavano il Sindacato.

Nel 1979, Nativo é costretto a lasciare i campi per la sua visione rivoluzionare e per la sua difesa della Riforma Agraria, e passa ad abitare nella cittá di Carmo do Rio Verde allo scopo di organizzare il movimento di lotta della classe lavoratrice nell´ambiente rurale. Insieme ad Adão Rosa e altri, lanciano la composizione elettorale di opposizione nel Sindacato dei Lavoratori Rurali del comune, che in quel tempo era considerato "pelego" (traditore dei lavoratori e alleato del governo e dei padroni). Senza esperienza e senza struttura, la loro composizione di opposizione é sconfitta. Tuttavia Nativo non desistette, e continuó nella lotta, sostenuto sempre da sua moglie. In quello stesso periodo egli perdette il padre.

All´inizio degli anni 80, insieme ad Adão Rosa e altri compagni, Nativo collaboró alla fondazione del Partido dos Trabalhadores (PT) in Goiás, e delle Conferenze della Classe Lavoratrice (CONCLAT), che divennero poi l´embrione della Centrale Unica dei Lavoratori (CUT), fondata tre anni dopo la nascita del PT, con Nativo nei suoi quadri di dirigenti in Goiás. Nativo non tralasciava la sua attivitá di lavoro nei campi e di muratore, col quale sostentava la famiglia, poiché il lavoro di militante era volontario. Sentendo la necessitá di aiutare nel reddito familiare, sua moglie cominció a lavorare come tagliatrice di canna da zucchero. In quel periodo Nativo conosce persone che piú tardi si metteranno in vista sulla scena nazionale, tra le quali Luís Inácio Lula da Silva, il "LULA", oggi presidente della Repubblica.

Nel 1981 Nativo e Adão Rosa lanciano di nuovo la composizione di opposizione nelle elezioni sindacali, questa volta con un´organizzazione migliore e con un lavoro ben fatto ottengono la vittoria, una vittoria dei lavoratori per i lavoratori. Nella sua presa di possesso, il sindacato é preso dai suoi amici e compagni, familiari e simpatizzanti con una festa che attraversó la notte. Le persone detentrici di prestigio e potere della cittá, assieme ai padroni di distillerie di alcool da canna da zucchero, si videro minacciati nei propri interessi e cominciano le persecuzioni, con l´obiettivo di scoraggiare la leadership di Nativo e indebolire il movimento.

Nel maggio del 1982, Nativo organizza la prima visita di Lula nello Stato di Goiás, con un passaggio a Carmo do Rio Verde e a Goiania. La visita di Lula aveva come scopo raccogliere firme per registrare formalmente il PT nello Stato di Goiás e fu vista come un affronto ai potenti, un segno di forza del movimento. Nelle due concentrazioni politiche a cui Lula prese parte, a Carmo e Goiania, Nativo e i suoi compagni erano disposti a difenderlo in tutte le forme possibili, affinché niente di male gli accadesse, se fosse stato necessario avrebbero dato la loro vita, tale fu la situazione grave che si trovarono ad affrontare. Quello stesso anno egli organizza il trasloco del suo piú recente amico e compagno Martinho, da Mossamedes a Carmo do Rio Verde.

L´ascensione di Nativo nel movimento sindacale e nel PT, cosí come la sua influenza sui lavoratori rurali, passó a dare fastidio ai potenti della cittá e della regione, che cominciarono a perseguitarlo. Durante una concentrazione pubblica dei lavoratori in sciopero, Nativo fu arrestato dalla polizia di Carmo do Rio Verde su ordine del delegato del momento, il Sig. José Terra, in obbedienza ai potenti locali. Le sorelle (suore, ndt) Paula Camata e Margarida (parroche della parrocchia di Nossa Senhora do Carmo), il Padre Antonio Mota, Henrique Mota, Adão Rosa e diversi lavoratori quella notte vegliarono alla porta della prigione per impedire che Nativo fosse torturato o addirittura minacciato di morte dai poliziotti.

Anche dopo questi fatti, Nativo non si lasció intimidare e continuó il lavoro di coscientizzazione e organizzazione dei lavoratori. Dopo questi avvenimenti i suoi amici si misero a prendere misure di cautela nei suoi confronti, evitando di lasciarlo solo e nascondendolo per qualche tempo. All´inizio dell´85, arrivano di nuovo le elezioni sindacati, e la composizione di Nativo, Adão Rosa e Martinho concorre alla rielezione contro il sig. João Olaia, lo stesso che avevano sconfitto nelle elezioni precedenti, e che era sostenuto dai fazendeiros. Allo scrutinio dei voti la composizione di Nativo vince con una maggioranza schiacciante, quasi del 70% dei voti. Si confermava lí la nascita di un leader che sognava un mondo senza oppressi e oppressori. Fu la goccia d´acqua per i potenti che si videro sconfitti, poiché sostenevano apertamente l´altro candidato.

Nativo e Adão componevano anche, e cantavano, canzoni di liberazione, e una di queste diceva: "Lavoratori che faticano lá nei campi - lavoratori che si arrabattano in cittá - facciamo tutti insieme un movimento - per ottenere libertá con la lotta". Una allusione al movimento delle "Diretas Já". (Ndt: a quei tempi governava la dittatura militare, i presidenti della Repubblica erano nominati dallo Stato Maggiore dell´esercito, e il movimento "diretas já" fu un movimento popolare di massa che costrinse l´Esercito a restituire il governo ai civili e alla democrazia). La nuova presa di possesso di Nativo fu nel giugno dell´85. Da allora in poi, insieme ai suoi amici, continuano il lavoro e cominciano ad essere esempio per i compagni di altre cittá, dove iniziano a formarsi opposizioni sindacali e a lottare per lo stesso scopo. Nativa partecipa in modo decisivo alle elezioni sindacali del Sindacato di Jussara, e anche lí l´opposizione sindacale riesce a vincere e sconfiggere i "pelegos".

Tutto si calma. Nativo cambia comportamento, sembrava che sapesse della sua fine. Senza minacce, tutto era calmo, molto calmo, fin troppo calmo, e dopo la calma arrivó la tempesta. Il giorno 23 ottobre 1985, verso le 19,30, Nativo, un sogno sognato da molti, é fucilato con 5 spari a bruciapelo da dentro di una maggiolino di fronte al Sindacato dei Lavoratori rurali di Carmo do Rio Verde, senza possibilitá di difesa. In quel momento Nativo era solo. Quando arrivó aiuto era giá tardi, non c´era ritorno. Nativo che aveva lottato tanto, in quel momento rimase indifeso e senza forze per reagire. Il suo sangue versato servirá di alimento per quelli che sognano e lottano per un mondo migliore".

(Scritto da Eduardo Rodrigues de Oliveira, 26 febbraio 2010).

Preghiera de martiri della "Caminhada" - di Mons. Pedro Casaldáliga, vescovo di São Félix.

Dio della vita e dell´amore, Santa Trinitá - in fratellanza con i martiri della "Caminhada" della nostra America - vi lodiamo e ringraziamo - per la forza che avete versato nei loro cuori - perché dessero la vita e la morte - per la vita, nell´Amore.

Come Gesú, furono fedeli fino alla fine - e diedero la prova maggiore. - Per lui e con lui - vinsero il peccato, la schiavitú e la morte - e vivono gloriosi, sono una pasqua nella Pasqua.

Versate pure in noi il vostro Spirito - di unitá, fortezza e gioia - affinché diamo totalmente le nostre vite - per la causa del vostro Regno.

Per questi molti fratelli e sorelle - testimoni pasquali. - Per Maria, la madre del Testimone fedele. - E per lo stesso Gesú Cristo - il Crocefisso Risorto - Primogenito vincitore della Morte. Amen, Axé, Awere, Alleluia!

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