11 dicembre 2013

LA SPERANZA É VIVA

MANDELA - Posto l´immagine di Nelson Mandela (fonte Adital) per ricordare la sua figura di eroico oppositore del razzismo che ha cambiato la storia dell´Africa del sud e rimane come simbolo storico per tutto il mondo. Quí é fotografato accanto a Fidel Castro. Attilio Bosón scrive: “La morte de Nelson Mandela ha provocato una cascata di interpretazioni sulla sua vita e opera, che lo presentano come un apostolo del pacifismo e una specie di Madre Teresa dell´Africa del Sud”. Peró non dicono che il suo principale alleato fu Fidel Castro. E continua:
“Nella Conferenza della Solidarietá Cubano-Sud-Africana del 1995, Mandela dirá: “I cubani sono venuti nella nostra regione come medici, professori, soldati, specialisti in agricoltura, e mai come colonizzatori. Hanno condiviso le medesime trincee di lotta contro il colonialismo, il sottosviluppo e l´apartheid... Mai dimenticheremo questo incomparabile esempio di internazionalismo disinteressato”. É un buon ricordo per chi ieri e ancora oggi parla di “invasione” cubana in Angola. Cuba pagó un prezzo enorme per questo nobile atto di solidarietá internazionale che, come ricorda Mandela, fu il punto di inflessione della lotta contro il razzismo in Africa. Tra il 1975 e il 1991, circa 450.000 uomini e donne dell´isola sono passati attraverso l´Angola, mettendovi in rischio la loro vita. Poco piú di 2.600 l´hanno persa, lottando per sconfiggere il regime razzista di Pretoria e gli alleati. (Pubblicato in Adital, in portoghese e spagnoli).
PEDRO STÉDILE: Dopo Após un incontro in Vaticano, il lider del Movimento dei Senza Terra (MST) ha attaccato, in una intervista, il sistema capitalista e ha difeso un nuovo modello di riforma agraria che unisca “campo e cittá. Principale dirigente dell´MST, Pedro Stédile é tornato da una udienza col Papa Francesco, in Vaticano, disposto a dare una svolta nel modello classico sostenuto dal movimento negli ultimi 30 anni.
Stédile vuole un cambiamento di paradigma: “Bisogna lottare per una riforma agraria popolare, che interessi a tutto il popolo e non solo ai contadini (...), un´alleanza che unisca lavoratori dei campi e di cittá”, afferma in un´intervista registrata in video e diffusa martedí scorso (ieri). Secondo lui, l´attuale modello, basato sulla divisione della terra ai piccoli produttori, é esaurito. Dice che “perfino il Venezuela, dove l´ex presidente Hugo Chávez ha messo insieme una scorta di 7 milioni di ettari di terra, mancano contadini a cui assegnarla”.
João Pedro Stédile dice che la riforma agraria tradizionale é stata bloccata ed é ferma, nel Brasile e nel mondo intero, dal sistema capitalista, che sta promovendo una vera e propria valanga di capitale per espandere l´agrobusiness basato sulla monocultura. “Essi (le multinazionali e le banche) vanno nei paesi per privatizzare la terra, l´acqua, le risorse naturali delle foreste. E ora stanno tentando di privatizzare anche l´aria con questa politica del credito di carbonio”. Stédile sostiene che le imprese usano il GPS per mappare i livelli di ossigeno e fotosintesi delle foreste, trasformando queste risorse in titoli di valori fittizi che sono venduti nelle borse europee per compensare l´emissione di gas carbonico prodotto dai gruppi medesimi.
“É una ipocrisia completa. Il capitalista guadagna denaro (con l´inquinamento che produce) e si appropria perfino dell´aria”. Il nuovo modello di riforma agraria, secondo Stedile, dev´essere quello dell´agro-ecologia, con una rivoluzione nei metodi di produzione, sostituendo la monocultura con la diversificazione, la distruzione delle foreste con il riforestamento e le commodities agricole con alimenti. “Bisogna cambiare la matrice tecnologica predatrice – basata sull´uso intensivo di macchine e difensivi agricoli – con l´agro-ecologia e investire nella produttivitá in equilibrio con la natura” – afferma. Secondo lui il nuovo modello passa per la democratizzazione del sapere attraverso una rivoluzione educativa che raggiunga le famiglie dei lavoratori urbani e rurali. Egli ritiene che, nonostante l´attuale modello di riforma agraria, iniziato nel secolo XX, sia stato soppiantato dallo sviluppo del capitalismo, il nuovo modello é possibile. “Sono ottimista. Ancora vedró una riforma agraria popolare nel mondo, e il papa Francesco ci aiuterá” ha detto Stédile dopo un incontro col papa il 7 dicembre scorso. Non festeggeremo i panettoni, ma la nascita di Gesú che fu inviato per trasformare l´uomo vecchio in uomo nuovo, il mondo vecchio in mondo nuovo. Scintille di speranza sono vive e accese in tanti uomini e donne, famosi o ignoti, che lavorano per continuare questa umanizzazione in contrapposizione con l´idolatria del denaro.

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