Oggi si conclude, a Porto Velho capitale di Rondonia, il 12o incontro nazionale delle Comunitá Ecclesiali di Base brasiliane (intereclesial) iniziato il 21 luglio. Il sito Adital ha pubblicato, per l´occasione, l´analisi di congiuntura di Pedro A. Ribeiro de Oliveira, professore della Pontificia Universitá Cattolica di Minas, centrata sul tema dell´incontro: Ecologia e missione, dal ventre della terra il grido dell´Amazzonia".
Nonostante il mio blog sia in ferie, lo traduco e lo pubblico subito. Lo leggerete alla riapertura, se non siete molto curiosi.....
Porto Velho, 22/ julho. 2009
"Un piccolo agricoltore del sud di Minas, che aveva piantato eucalipto per soddisfare il fabbisogno della "carbonaia" locale, si trova in grande difficoltá: la carbonaia ha chiuso. Perché ha chiuso? Perché la siderurgica ha smesso di fabbricare ferro-ghisa da esportazione. E questa si é fermata perché la Cina non compra piú, perché la costruzione civile é quasi bloccata. E perché é bloccata? Perché chi aveva denaro, ha applicato nel mercato finanziario e fin dai tempi del fallimento di banche americane il valore delle azioni é crollato. Gli investitori stanno aspettando che i titoli riprendano quota per poi venderli e investire di nuovo nella costruzione di grandi palazzi. Ma nonostante i trilioni di dollari iniettati dai governi alle banche per evitare il loro fallimento, i titoli non hanno recuperato. Se si ferma il capitale finanziario, che é quello che tira il treno della produzione, si ferma tutto il treno, o, al minimo, riduce di molto la marcia. É questa, in sintesi, la crisi che stiamo vivendo oggi nel mercato globalizzato: se la Cina smette di costruire palazzi, il piantatore di eucalipto del sud di Minas non sa a chi vendere la sua legna.
Nessuno ha dubbi sulla causa della crisi attuale: l´irresponsabilitá di agenti del mercato finanziario, che hanno approfittato della libertá del mercato globalizzato per ottenere lucri fantastici: lucrare senza produrre, negoziando solo pezzi di carta (derivati).
C´é dibattito invece sulla natura della crisi. La grande "midia" ci trasmette la visione degli economisti e politici dei paesi ricchi, che vedono in essa un fatto normale nel sistema capitalista, la cui crescita alterna periodi di espansione e di contrazione economica. Gli studiosi sanno che ci sono giá state 46 crisi nel sistema capitalista, dal 1790 in poi. Esse funzionano come fattore di correzione del mercato. Il neoliberalismo é stato colpito al cuore e da questa crisi sortirá un capitalismo piú regolato dallo Stato, con minore speculazione e piú responsabilitá ecologica e sociale. Per questo gli economisti dicono che bisogna evitare l´allarmismo e ricuperare la fiducia nel settore finanziario. In termini pratici, questo significa iniettare una enorme quantitá di fondi pubblici in soccorso alle banche e imprese per tranquillizzare il mercato e riattivare l´economia. Questa é stata la tonica della riunione del G20, a Londra, all´inizio di aprile. Questa é pure la linea politica del governo Lula. La Cina ha smesso di comprare il nostro ferro-ghisa? Allora il mercato interno lo comprerá, con lo stimolo al programma "Nossa Casa", del PAC con grandi opere di ingegneria e con lo stimolo all´esportazione di soia, etanolo, minerali e molto di piú, finché entrerá in attivitá lo sfruttamento del petrolio pré-sale, fatto che cambierá l´economia brasiliana. Per il governo, tra poco il nostro piantatore di eucalipto fará una bella vita, e assieme a lui tutti quelli che vorranno lavorare in questo paese: il Brasile cammina sicuramente per diventare primo mondo. Non é un caso che il messaggio del presidente sia: investiamo con decisione, che questa onda passerá e il Brasile tornerá a crescere. Questo é lo stesso messaggio dei grandi impresari e banchieri: con la crescita economica risolveremo i problemi della miseria, della fame, dei rifiuti, del riscaldamento atmosferico globale, dell´inquinamento della terra e delle acque e tutto il resto......
Separare l´economia dalla politica, é come uno che risale un fiume in cerca della Terra senza mali e, trovando una rapida, sbarca e dice: "Abbiamo giá avanzato molto, ma ora non possiamo continuare; cerchiamo di essere realisti: dobbiamo convivere con gli agro-affari, i transgenici, le grandi idroelettriche e l´esportazione delle nostre risorse naturali e minerali".
L´altra visione é: questa crisi non é solo economica e finanziaria. Essa é imbottita di un insieme di crisi che la rendono assai piú grave. Basta pensare al deficit energetico, al riscaldamento globale, alla perdita di bio-diversitá, alla scarsitá di acqua, all´assenza di governo globale e allo svuotamento etico dell´economia e della politica. Essa affetta la struttura stessa del sistema: il mercato produttivista e consumista retto dalla logica del lucro. Questo punto di vista non si trova nelle imprese e nelle banche, ma viene dai Movimenti Sociali che si identificano con il Forum Sociale Mondiale e proclamano che "un altro mondo é possibile". É una visione che si trova in elaborazione da parte di intellettuali legati ad essi, ma é pochissimo diffusa dalla grande stampa. Per conoscerla, bisogna cercare nei mezzi alternativi, come IHU-on line, e altri siti di lettura di Internet.
Quest´altra visione ha come punto di riferimento una nuova forma di coscienza, che é la coscienza planetaria: siamo parte della grande comunitá di vita del Pianeta Terra. Cosí come la coscienza di classe é la base delle lotte dei lavoratori della cittá e dei campi, la coscienza femminista nel processo di emancipazione delle donne, la coscienza della negritudine alla base della lotta dei negri, la coscienza planetaria é alla base dei Movimenti Sociali che cercano un nuovo modo di produzione e consumo in armonia col Pianeta. Questa forma di coscienza non ammette di sacrificare l´ecologia a vantaggio del mercato e dei suoi guadagni. Vede dei passi avanti realizzati dal governo Lula, sí, ma vuole andare oltre. Non rinuncia al progetto di Riforma Agraria, all´auditoria sul Debito Estero, né alla prioritá dei Diritti Umani al di sopra dei Diritti del mercato. Vuole molto di piú.
Se é lo stesso sistema capitalista di mercato che é in crisi, é inutile mettergli dei puntelli. Questo rimanda la crisi economica, ma anticipa la crisi ecologica, che é molto piú grave, perché colpisce la vita stessa sulla terra. Bisogna approfittare di questa occasione per rivedere gli errori commessi in questo percorso e correggerli. Il fiume é lungo e la rapida é forte, ma la forza maggiore é di chi é stato escluso dal banchetto dei ricchi, quando donne e uomini di tutti i popoli e razze si uniscono. Con questa forza, potremo mandare avanti la nostra barca e continuare alla ricerca della Terra senza mali.
PS - le immagini: 1 - Oncidium cebolleta (detto "ballerina"); 2)Ionopsis (detto "orchidea degli aranceti o dei frutteti); 3)clerodendro. Le prime due sono orchidee selvatiche, che coltivo dietro casa attaccate a dei bastoni. Stanno fiorendo ora. Il terzo é un rampicante che ho davanti e casa e fiorisce tutto l´anno, ma particolarmente nella stagione piú fredda.
Le foto sono scadenti e per vederle meglio bisogna cliccarci sopra!
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