30 luglio 2009

LETTERA FINALE DEL XII INCONTRO INTERECCLESIALE

Vi posto la lettere finale del dodicesimo incontro inter-ecclesiale delle CEBS brasiliane tradotta - male - da me. Mi sono permesso di saltare qualche numero della scaletta perché il testo é molto prolisso e ripetitivo.
Le foto non c´entrano: la foto 1 é una riunione della direzione dell´asilo in casa mia; la seconda é uno scorcio del cortile dietro casa.


Domenica 26 luglio 2009 - 14:11

“Beati i poveri in spirito, perché di essi é il Regno dei cieli; beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati" (Mt 5, 3.6)

1. Noi, partecipanti del XII interecclesiale delle CEBs, dalle rive del Rio Madeira nel cuore dell´Amazzonia, salutiamo con affetto le sorelle e i fratelli di ogni angolo del Brasile e di altri paesi del continente, che sognano con noi nuovi cieli e nuova terra, in un nuovo modo di essere chiesa, di attuare nella societá e di avere cura rispettosa e amorosamente di tutto il creato!

2. Siamo stati convocati dal 21 al 25 di luglio del 2009, dallo Spirito e dalla Chiesa sorella di Porto Velho/RO, per concentrarci sul tema che ci ha guidati durante tutta la preparazione di questo incontro nelle nostre comunitá e regionali:
“CEBs: Ecologia e Missione – Dal ventre della terra, il grido che viene dall´Amazzonia” - accogliendo le delegazioni e celebrando i popoli dell´Amazzonia.

3. Ci ha entusiasmato il vedere arrivare i delegati, dopo due, tre e perfino cinque giorni di viaggio,in maggioranza in corriere noleggiate,oppure anche in barche e aerei. In molte corriere, sono venuti accompagnati dai loro vescovi e hanno trovato accoglienza festosa e refrigerio, lungo il percorso, nelle fermate presso le diocesi di Rondonópolis, Cuiabá e Cáceres in Mato Grosso, Jataí in Goiás, Uberlândia in Minas Gerais e, entrando in Rondônia, nelle comunitá di Vilhena, Pimenta Bueno, Cacoal, Presidente Médici, Ji-Paraná, Ouro Preto e Jaru. Presentiamo affettuoso ringraziamento per la fraterna e generosa accoglienza di tutte le delegazioni da parte delle famiglie, comunitá e parrocchie di Porto Velho, per l´instancabile lavoro e dedizione del Segretariato e delle equipes di servizio, nelle quali si sono distinti tanti giovani.

4. Siamo 3.010 delegati, ai quali si sommano gli invitati, le equipes di servizio, la stampa e le famiglie che accolgono i partecipanti, oltrepassando cinque mila persone coinvolte in questo interecclesiale. Dei delegati di quasi tutte le 272 diocesi del Brasile, 2174 sono laici, di cui 1234 donne e 940 uomini; 197 religiose, 41 religiosi fratelli, 331 presbiteri e 56 vescovi, tra i quali uno della Chiesa Episcopale Anglicana del Brasile, oltre a pastori, pastore e fedeli di questa Chiesa, della Chiesa Metodista, della Chiesa Evangélica de Confessione Luterana del Brasile e della Chiesa Unita di Cristo del Giappone. Il carattere plurietnico, pluriculturale e plurilinguistico della nostra Assemblea si trova rispecchiato nel volto delle 38 nazioni indigene qui presenti e in quello dei fratelli e sorelle di nove paesi dell´América Latina e dei Caraibi, di cinque dell´Europa, di un paese dell´Africa, di un altro dell´Asia e dell´America del Nord. Vogliamo sottolineare la presenza marcante della gioventú di tutto il Brasile per mezzo delle sue diverse organizzazioni.

5. “Siate benvenuti/e in questa terra di molti fiumi, di "igarapés" e di molte foreste, dove risiede l´Arcidiocesi di Porto Velho, che oggi si fa "Casa delle Comunitá Ecclesiali di Base”. Cosí, siamo stati ricevuti, nella celebrazione di apertura, dall´equipe della celebrazione e da Dom Moacyr Grechi, con molta musica e canto, sul cadere della notte, di fianco alle rotaie della ferrovia Madeira-Mamo´re che ricorda ai lavoratori che l´hanno costruita e agli indigeni e migranti nordestini, il sofferto ciclo della gomma in Amazzonia. Sono state rievocate lí e nei giorni seguenti, le parole sagge del proverbio africano:“Gente semplice, facendo cose piccole, in luoghi poco importanti, ottengono mutamenti straordinari”.

6. Dalle mani dei rappresentanti dei popoli indigeni, dei quilombolas, seringueiros, ribeirinhos, posseiros e dei migranti dei campi e delle cittá sono state piantate ai lati dell´altare tre grandi fiaccole. In esse sono state accese migliaia di candele dei partecipanti, le cui luci si sono diffuse per i gradini della spianata mentre ascoltavamo l´inno del Cristo dei seringais:

“Nella densa foresta cammina un viandante
Cristo seringueiro la seringa a tagliare... “,
I versi erano interrotti da questo ritornello:
“E viene la speranza che spunti il buon tempo,
Non sia sfruttato il sudore sulla bilancia”.
“E viene la speranza che spunti il cambiamento
E l´uomo riallacci con Dio l´alleanza”.

7. Con il fischio della sirena del Madeira-Mamoré, il treno delle CEBs ha ripreso la sua corsa con la riunione, il giorno dopo, nel grande plenario di PORTO, acclamato dall´Assemblea “PORTO DOM HELDER CAMARA”, per via del centenario della sua nascita, e per riscattare la sua azione profetica. Abbiamo cominciato questo primo giorno, dedicato al "VEDERE", prendendo le mosse dal grido profetico della terra e dei popoli dell´Amazzonia, simboli dell´umanitá nella sua ricca diversitá, lasciandoci guidare nella celebrazione dal suono dei maracás, tamburi e flauti e dalla danza di lode a Dio dei nostri fratelli e sorelle indigeni. Poi siamo partiti per i locali dei mini-plenari di 250 partecipanti, nelle parrocchie e nelle scuole. Essi avevano il nome dei dodici fiumi del bacino amazzonico: Madeira, Juruá, Purus, Oiapoque, Guamá, Tocantins, Tapajós, Itacaiunas, Guaporé, Gurupi, Araguaia e Jari.

8. Divisi i fiumi in dodici CANOE con 20 partecipanti ciascuna, abbiamo condiviso le esperienze, i "gridi" e le lotte delle comunitá per la nostra Casa Comune, a partire dal bioma amazzonico e dagli altri biomi del Brasile cerrado, caatinga, pantanal, pampas,mata atlântica e manguezais della zona costiera), dell´América Latina e dei Caraibi. Abbiamo visto la nostra Casa minacciata dal deflorestamento, con l´avanzata della pastorizia, delle piantagioni di soia, canna, eucalipto e altre monocolture,sulle aree delle foreste; dall´azione predatoria delle legnamerie, dalle bruciate, dall´inquinamento e avvelenamento delle acque, dei pesci e degli esseri umani dal mercurio dei cercatori d´oro, dai rifiuti delle imprese di minerazione e dai rifiuti delle cittá. Si trova minacciata pure dal crescente traffico di droghe, donne e bambini e dallo sterminio di giovani provocato dalla violenza urbana.

9. Abbiamo sommato il nostro grido a quello delle popolazioni locali, affinché l´Amazzonia non sia trattata come una colonia, da cui si ritirano le ricchezze e gli abitanti in beneficio di interessi estranei, ma che sia vista in condizioni di uguaglianza nell´armonia di grandi regioni sorelle, con il suo contributo specifico a favore della vita dei popoli, specialmente dei suoi 23 milioni di abitanti, che devono avere quanto basta per vivere con dignitá.

10. Facciamo un appello affinché i governanti siano sensibili al grido che viene dal ventre della Terra e, mossi da un´etica di cura, adottino una politica di contenzione dei progetti che aggrediscono l´Amazzonia e i suoi popoli della foresta, abitanti dei quilombos, delle rive dei fiumi, migranti dei campi e della cittá, in una prospettiva che includa effettivamente gli amazzonesi come collaboratori veri nella definizione del futuro dell´Amazzonia.

11. Abbiamo preso coscienza pure delle nostre responsabilitá in rapporto al giusto consumo dell´acqua, della terra, del suolo urbano e al superamento del consumismo, rispondendo all´appello di vivere tutti del necessario, affinché nessuno ne rimanfa privo.

12. Abbiamo constatato, con gioia, la moltiplicazione di iniziative ambientali, come quella degli umili raccoglitori di materiale reciclabile nelle cittá, che diventano profeti di ecologia, e quelle di economia solidale, , di agricoltura organica ed ecologica. Salutiamo i molti segni di una “Terra senza mali”, che ci fa crescere nella speranza che “un altro mondo é possibile, necessario e urgente”.

13. Al pomeriggio abbiamo fatto la Camminata dei Martiri, in direzione al locale in cui il Rio Madeira é stato deviato e nel cui letto secco, al suono delle esplosioni delle rocce dinamitate, si sta cementando la diga dell´idro-elettrica. Lí abbiamo celebrato l´Atto Penitenziale per tutte le aggressioni contro la natura e la vita umana. Di fronte alle pietraie che un tempo accoglievano le acque delle cascate di Santo Antonio, ora completamente asciutte, di fianco alla prima cappella costruita nella regione, sono state proclamate le Beatitudini evangeliche Mt 5, 1-12), segno della cocciuta speranza dei piccoli, i preferiti di Dio.

20 - Uniti, rappresentanti delle Religioni indigene e dei Culti Afro-brasiliani, di Giudei, Cristiani Ortodossi, Cattolici ed Evangelici, Mussulmani, donne e uomini di buona volontá e di tutti i credo, nel dialogo e rispetto alla diversitá della tela della vita, accogliamo le grida dell´Amazzonia e di tutti i biomi e riaffermiamo la nostra solidarietá e impegno per la giustizia che genera la pace.

21. Camminiamo come popolo di Dio che conquista la Terra Promessa e la trasforma in spazio di abbondanza e fratellanza, accogliendo tutte le espressioni della vita.

22. Ci impegniamo a rafforzare le lotte dei movimenti sociali popolari: dei popoli indigeni per la delimitazione e omologazione delle loro terre e rispetto delle loro culture; degli afro-discendenti, per il riconoscimento e delimitazione delle terre degli abitanti dei quilombos; delle donne, per la loro dignitá e uguaglianza e sviluppo delle loro articolazioni locali, nazionali e internazionali; degli abitanti delle rive dei fiumi per il riconoscimento delle loro possessioni; di quelli che sono stati coinvolti dalla costruzione di dighe, per il diritto a una terra equivalente, l´indennizzo e restituzione dei loro mezzi di sopravvivenza perduti; dei senza terra, sostenendoli nelle loro occupazioni e nella loro e nostra lotta per la riforma agraria, contro il latifondo e i "grileiros"; dei Movimenti Ecologici, contro la devastazione della natura, per la difesa delle acque e degli animali.

24. Ci facciamo carico anche di dare sostegno a modelli economici alternativi nell´agricoltura, nella produzione di energie pulite e ambientalmente amiche; di partecipare alla lotta sindacale, rafforzando l´azione dei sindacati del campo e della cittá, con le loro associazioni e cooperative e lo loro lotta contro la disoccupazione, in special modo dei giovani.

25. Ci auto-convochiamo tutti per un lavoro politico di base, per la militanza nei movimenti sociali e partiti legati alle lotte popolari; per partecipare nelle lotte per politiche pubbliche legate all´educazione, sanitá, casa, trasporti, risanamento basico, lavoro, riforma agraria e per prendere parte nei consigli di cittadinanza, nelle pastorali sociali, nei movimenti per la non riduzione dell´etá penale, nel Grido degli Esclusi, nelle iniziative del Primo Maggio e delle Settimane Sociali.

25. Ci prendiamo anche l´impegno di rafforzare e moltiplicare le nostre Comunitá Ecclesiali di Base, creando comunitá ecclesiali ed ecologiche di base nei quartieri delle cittá e in campagna, promovendo l´educazione ambientale in tutti gli spazi in cui possono attuare; rafforzando la formazione biblica; incentivando una Chiesa tutta ministeriale, con ministeri diversificati e affidati a laici e laiche, che si fanno carico del proprio protagonismo come soggetti privilegiati della missione; rafforzando il dialogo ecumenico e inter-religioso e superando l´intolleranza religiosa e i pregiudizi.

26. Queremos, a partir das CEBs, repensar a pastoral urbana, como um dos grandes desafios eclesiais, assumir o testemunho e a memória dos nossos mártires e empenhar-nos na Missão Continental proposta pela V Conferência do Episcopado Latino-americano e Caribenho, em Aparecida.

28. Scelta la Chiesa di Crato (Ceará), per accogliere, nelle terre del Padre Cícero, il XIII Interecclesiale, ricollochiamo sui binari il treno della Cebs in direzione del Ceará, inviando a voi, fratelli e sorelle delle comunitá, il nostro abbraccio fraterno e pieno di rinnovata e aumentata speranza. AMÉM! AXÉ! AUERE! ALELUIA!

25 luglio 2009

GRIDO DELL´AMAZZONIA E DELLE COMUNITÁ

Oggi si conclude, a Porto Velho capitale di Rondonia, il 12o incontro nazionale delle Comunitá Ecclesiali di Base brasiliane (intereclesial) iniziato il 21 luglio. Il sito Adital ha pubblicato, per l´occasione, l´analisi di congiuntura di Pedro A. Ribeiro de Oliveira, professore della Pontificia Universitá Cattolica di Minas, centrata sul tema dell´incontro: Ecologia e missione, dal ventre della terra il grido dell´Amazzonia".
Nonostante il mio blog sia in ferie, lo traduco e lo pubblico subito. Lo leggerete alla riapertura, se non siete molto curiosi.....

Porto Velho, 22/ julho. 2009
"Un piccolo agricoltore del sud di Minas, che aveva piantato eucalipto per soddisfare il fabbisogno della "carbonaia" locale, si trova in grande difficoltá: la carbonaia ha chiuso. Perché ha chiuso? Perché la siderurgica ha smesso di fabbricare ferro-ghisa da esportazione. E questa si é fermata perché la Cina non compra piú, perché la costruzione civile é quasi bloccata. E perché é bloccata? Perché chi aveva denaro, ha applicato nel mercato finanziario e fin dai tempi del fallimento di banche americane il valore delle azioni é crollato. Gli investitori stanno aspettando che i titoli riprendano quota per poi venderli e investire di nuovo nella costruzione di grandi palazzi. Ma nonostante i trilioni di dollari iniettati dai governi alle banche per evitare il loro fallimento, i titoli non hanno recuperato. Se si ferma il capitale finanziario, che é quello che tira il treno della produzione, si ferma tutto il treno, o, al minimo, riduce di molto la marcia. É questa, in sintesi, la crisi che stiamo vivendo oggi nel mercato globalizzato: se la Cina smette di costruire palazzi, il piantatore di eucalipto del sud di Minas non sa a chi vendere la sua legna.



Nessuno ha dubbi sulla causa della crisi attuale: l´irresponsabilitá di agenti del mercato finanziario, che hanno approfittato della libertá del mercato globalizzato per ottenere lucri fantastici: lucrare senza produrre, negoziando solo pezzi di carta (derivati).

C´é dibattito invece sulla natura della crisi. La grande "midia" ci trasmette la visione degli economisti e politici dei paesi ricchi, che vedono in essa un fatto normale nel sistema capitalista, la cui crescita alterna periodi di espansione e di contrazione economica. Gli studiosi sanno che ci sono giá state 46 crisi nel sistema capitalista, dal 1790 in poi. Esse funzionano come fattore di correzione del mercato. Il neoliberalismo é stato colpito al cuore e da questa crisi sortirá un capitalismo piú regolato dallo Stato, con minore speculazione e piú responsabilitá ecologica e sociale. Per questo gli economisti dicono che bisogna evitare l´allarmismo e ricuperare la fiducia nel settore finanziario. In termini pratici, questo significa iniettare una enorme quantitá di fondi pubblici in soccorso alle banche e imprese per tranquillizzare il mercato e riattivare l´economia. Questa é stata la tonica della riunione del G20, a Londra, all´inizio di aprile. Questa é pure la linea politica del governo Lula. La Cina ha smesso di comprare il nostro ferro-ghisa? Allora il mercato interno lo comprerá, con lo stimolo al programma "Nossa Casa", del PAC con grandi opere di ingegneria e con lo stimolo all´esportazione di soia, etanolo, minerali e molto di piú, finché entrerá in attivitá lo sfruttamento del petrolio pré-sale, fatto che cambierá l´economia brasiliana. Per il governo, tra poco il nostro piantatore di eucalipto fará una bella vita, e assieme a lui tutti quelli che vorranno lavorare in questo paese: il Brasile cammina sicuramente per diventare primo mondo. Non é un caso che il messaggio del presidente sia: investiamo con decisione, che questa onda passerá e il Brasile tornerá a crescere. Questo é lo stesso messaggio dei grandi impresari e banchieri: con la crescita economica risolveremo i problemi della miseria, della fame, dei rifiuti, del riscaldamento atmosferico globale, dell´inquinamento della terra e delle acque e tutto il resto......

Separare l´economia dalla politica, é come uno che risale un fiume in cerca della Terra senza mali e, trovando una rapida, sbarca e dice: "Abbiamo giá avanzato molto, ma ora non possiamo continuare; cerchiamo di essere realisti: dobbiamo convivere con gli agro-affari, i transgenici, le grandi idroelettriche e l´esportazione delle nostre risorse naturali e minerali".

L´altra visione é: questa crisi non é solo economica e finanziaria. Essa é imbottita di un insieme di crisi che la rendono assai piú grave. Basta pensare al deficit energetico, al riscaldamento globale, alla perdita di bio-diversitá, alla scarsitá di acqua, all´assenza di governo globale e allo svuotamento etico dell´economia e della politica. Essa affetta la struttura stessa del sistema: il mercato produttivista e consumista retto dalla logica del lucro. Questo punto di vista non si trova nelle imprese e nelle banche, ma viene dai Movimenti Sociali che si identificano con il Forum Sociale Mondiale e proclamano che "un altro mondo é possibile". É una visione che si trova in elaborazione da parte di intellettuali legati ad essi, ma é pochissimo diffusa dalla grande stampa. Per conoscerla, bisogna cercare nei mezzi alternativi, come IHU-on line, e altri siti di lettura di Internet.

Quest´altra visione ha come punto di riferimento una nuova forma di coscienza, che é la coscienza planetaria: siamo parte della grande comunitá di vita del Pianeta Terra. Cosí come la coscienza di classe é la base delle lotte dei lavoratori della cittá e dei campi, la coscienza femminista nel processo di emancipazione delle donne, la coscienza della negritudine alla base della lotta dei negri, la coscienza planetaria é alla base dei Movimenti Sociali che cercano un nuovo modo di produzione e consumo in armonia col Pianeta. Questa forma di coscienza non ammette di sacrificare l´ecologia a vantaggio del mercato e dei suoi guadagni. Vede dei passi avanti realizzati dal governo Lula, sí, ma vuole andare oltre. Non rinuncia al progetto di Riforma Agraria, all´auditoria sul Debito Estero, né alla prioritá dei Diritti Umani al di sopra dei Diritti del mercato. Vuole molto di piú.

Se é lo stesso sistema capitalista di mercato che é in crisi, é inutile mettergli dei puntelli. Questo rimanda la crisi economica, ma anticipa la crisi ecologica, che é molto piú grave, perché colpisce la vita stessa sulla terra. Bisogna approfittare di questa occasione per rivedere gli errori commessi in questo percorso e correggerli. Il fiume é lungo e la rapida é forte, ma la forza maggiore é di chi é stato escluso dal banchetto dei ricchi, quando donne e uomini di tutti i popoli e razze si uniscono. Con questa forza, potremo mandare avanti la nostra barca e continuare alla ricerca della Terra senza mali.

PS - le immagini: 1 - Oncidium cebolleta (detto "ballerina"); 2)Ionopsis (detto "orchidea degli aranceti o dei frutteti); 3)clerodendro. Le prime due sono orchidee selvatiche, che coltivo dietro casa attaccate a dei bastoni. Stanno fiorendo ora. Il terzo é un rampicante che ho davanti e casa e fiorisce tutto l´anno, ma particolarmente nella stagione piú fredda.
Le foto sono scadenti e per vederle meglio bisogna cliccarci sopra!